State cercando un buon ambiente di sviluppo Web che funzioni contemporaneamente sui 3 sistemi operativi desktop più popolari? Vi consigliamo assolutamente di seguire questo tutorial in cui vi spiegheremo nello specifico come installare CodeLobster su Linux.
CodeLobster: cos’è
CodeLobster è un ambiente di sviluppo PHP/HTML/CSS/JavaScript avanzato che mette a disposizione tantissime caratteristiche e un eccellente supporto multipiattaforma in quanto può essere utilizzato su Windows, macOS e Linux. Il programma è installabile senza problemi su Ubuntu, Debian, ArchLinux, Fedora e OpenSUSE usando i pacchetti ufficiali DEB e RPM.
Come installare CodeLobster su Ubuntu/Debian
CodeLobster può essere installato facilmente su Ubuntu e Debian in quanto gli sviluppatori offrono un pacchetto DEB ufficiale. Detto ciò, aprite il browser predefinito, collegatevi alla pagina di download presente sul sito ufficiale del programma e cliccate sul link codelobsteride-x.x.x_amd64.deb presente nella sezione dedicata a Linux.
Scaricato correttamente il file Debian sul vostro computer, aprite il terminale e spostate la sessione nella cartella di download tramite cd ~/Download. Nel passaggio successivo, sarà possibile installare CodeLobster utilizzando sudo dpkg -i codelobsteride-x.x.x_amd64.deb.
In caso di problemi con alcune dipendenze, potete utilizzare sudo apt install -f per Ubuntu o sudo apt-get install -f per Debian. In alternativa, prendete come riferimento le guide sottostanti.
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Come installare CodeLobster su Arch Linux
Purtroppo, gli sviluppatori del software di sviluppo Web non mettono a disposizione un pacchetto AUR per Arch Linux. Tuttavia, è possibile decompilare il pacchetto DEB per Ubuntu e Debian per poter installare il software su questa distro.
Per avviare l’installazione di CodeLobster sul vostro computer, innanzitutto è necessario installare Alien. Per fare ciò, utilizzate la serie di comandi presente qui sotto:
sudo pacman -S git base-devel rsync
git clone https://github.com/trizen/trizen
cd trizen
makepkg -sri
trizen -S alien_package_converter
Una volta installato correttamente Alien sul vostro PC Arch Linux, è giunto il momento di scaricare il pacchetto DEB dal portale Internet come riportato poco fa.
Completato lo scaricamento, aprite il terminale e spostate la sessione nella cartella di download con cd ~/Download. Fatto ciò, sfruttate Alien per convertire il pacchetto DEB in un file tar.gz attraverso il comando sudo alien -tvc codelobsteride-x.x.x_amd64.deb.
Proseguite, creando una cartella di estrazione usando mkdir -p ~/Download/code-lobster-file e spostando l’archivio tar.gz all’interno della directory appena creata usando mv codelobsteride-x.x.x.tgz ~/Download/code-lobster-file/.
A questo punto, spostatevi nella cartella code-lobster-file con cd ~/Download/code-lobster-file, decomprimete i file presenti nell’archivio con il comando tar zxvf codelobsteride-x.x.x.tgz e procedete con l’installazione di CodeLobster su Arch Linux sfruttando i comandi sudo rsync -a usr/ /usr e sudo rsync -a opt/ /opt.
Come installare CodeLobster su Fedora/OpenSUSE
Proprio come visto con Ubuntu e Debian, gli sviluppatori mettono a disposizione un pacchetto RPM da sfruttare per Fedora e OpenSUSE. Detto ciò, collegatevi alla pagina di download presente sul sito di CodeLobster utilizzando il link fornito poco fa e questa volta scaricate il file codelobsteride-x.x.x.x86_64.rpm.
Fatto ciò, aprite il terminale, spostate la sessione nella cartella di download con cd ~/Download ed eseguite sudo dnf install codelobsteride-x.x.x.x86_64.rpm per installare il software su Fedora oppure sudo zypper install codelobsteride-x.x.x.x86_64.rpm per effettuare tale operazione su OpenSUSE.
Volete dare una bella svecchiata al vostro PC Linux andando ad installare un nuovo ambiente grafico ma purtroppo non sapete quale scegliere. All’interno di questo tutorial di oggi, andremo a scoprire insieme come installare ambiente desktop Enlightenment su Linux utilizzando gli appositi comandi per la distribuzione utilizzata.
Enlightenment: cos’è
Enlightenment è un ambiente grafico per Linux il cui obiettivo principale è quello di garantire velocità e consumi bassi di risorse. Oltre a questo, gli sviluppatori sostengono che esso è in grado di funzionare su quasi tutti i computer Linux senza troppi problemi.
Rispetto a XFCE4, MATE o LXQt, Enlightenment è praticamente sconosciuto. Tuttavia, vi consigliamo di provarlo visto il suo design davvero particolare e le potenti opzioni di personalizzazione proposte. Nelle prossime righe, scopriremo insieme come installare Enlightenment su Ubuntu, Debian, ArchLinux, Fedora e OpenSUSE.
Come installare l’ambiente desktop Enlightenment su Ubuntu
Anche se abbiamo di fronte un ambiente grafico praticamente sconosciuto, Enlightenment è disponibile nel repository software ufficiale di questa distro. Tuttavia, se volete utilizzare l’ultima versione disponibile, vi consigliamo di sfruttare il PPA dello sviluppatore. Per abilitare quest’ultimo, aprite il terminale ed eseguite il comando sudo add-apt-repository ppa:niko2040/e19.
Nel passaggio successivo, bisogna aggiornare i sorgenti software tramite sudo apt update. In conclusione, procedete con l’installazione di Enlightenment sfruttando il comando sudo apt install enlightenment -y.
Come installare l’ambiente desktop Enlightenment su Debian
A differenza di Ubuntu, purtroppo su Debian è necessario compilare da zero l’ambiente desktop per poter ottenere l’ultima versione disponibile. Per fortuna, il processo di compilazione non è molto difficile.
Detto ciò, aprite il terminale e procedete con l’installazione delle varie dipendenze necessarie per costruire correttamente il programma eseguendo:
Conclusa correttamente l’installazione, usate lo strumento Git per scaricare l’ultima versione di Enlightenment da Internet eseguendo git clone https://git.enlightenment.org/core/efl.git.
Nel passaggio successivo, spostate la sessione del terminale nella cartella efl con cd efl ed eseguite il file script autogen.sh presente nella directory in questione in modo da generare un file make e verificare se tutte le dipendenze sono state installate correttamente. Eseguite ./autogen.sh.
Adesso è giunto il momento di creare il codice sorgente di Enlightenment tramite il comando make. In caso di esito positivo, potete procedere con l’installazione dell’ambiente desktop sul vostro PCDebian utilizzando sudo make install.
Nel caso in cui non vi interessasse molto l’ultima release disponibile, potrete installare Enlightenment sul vostro computer con Debian utilizzando il comando sudo apt install enlightenment.
Come installare l’ambiente desktop Enlightenment su Arch Linux
Per poter installare Enlightenment su Arch Linux, bisogna abilitare il repository software Extra. Per fare ciò, aprite il file di configurazione di Pacman all’interno dell’editor di testo Nano con sudo nano -w /etc/pacman.conf e dopodiché rimuovete # presente davanti alla voce Extra. Salvate le modifiche con Ctrl+O e chiudete Nano con Ctrl+X.
Concludete l’operazione risincronizzando Pacman utilizzando il comando sudo pacman -Syy e installando l’ultima versione di Enlightenment su Arch Linux con sudo pacman -S efl.
Come installare l’ambiente desktop Enlightenment su Fedora
Dato che Fedora fornisce aggiornamenti software molto rapidi, è possibile ottenere l’ultima versione dell’ambiente grafico in maniera davvero semplice. Tutto quello che bisogna fare è aprire il terminale ed eseguire sudo dnf install efl.
In alternativa, è possibile ottenere la versione nightly seguendo le indicazioni presenti nella pagina Installing EFL on Fedora presente sul sito Web ufficiale di Enlightenment.
Come installare l’ambiente desktop Enlightenment su OpenSUSE
Enlightenment è incluso all’interno dei repository software ufficiale di OpenSUSE. Tuttavia, se utilizzate Leap, purtroppo bisognerà abilitare un repository software di terze parti per ottenere l’ultima release disponibile.
Per fare ciò, aprite il terminale ed eseguite il comando sudo zypper ar https://download.opensuse.org/repositories/X11:/Enlightenment:/Nightly/openSUSE_Tumbleweed/x86_64/ Enlightenment_Nightly.
Aggiunto correttamente il repository, aggiornate OpenSUSE con sudo zypper ref e procedete con l’installazione di Enlightenment utilizzando sudo zypper in efl efl-devel.
Cercate un software di progettazione architettonica di livello professionale da utilizzare sul vostro PC Linux ma non sapete quale soluzione adottare? All’interno di questa guida odierna, vi spiegheremo come installare BricsCAD su Linux effettuando dei semplici passaggi.
BricsCAD: cos’è
Come anticipato nelle scorse righe, BricsCAD è un programma di progettazione architettonica professionale che consente agli utenti Linux di sviluppare progetti meccanici e strutturali in modo rapido e diretto.
Il software mette a disposizione una serie di funzionalità davvero utili come ad esempio Blockify che consente di ricercare e clonare delle entità esistenti all’interno di un disegno oppure una feature che permette l’importazione di PDF. Nelle prossime righe, vi elencheremo tutti i passaggi da seguire per poter installare BricsCAD sulla vostra distribuzione.
Premessa
Trattasi di un programma professionale, purtroppo BricsCAD non è disponibile gratuitamente. Tuttavia, è possibile usufruire di un periodo di prova gratuita. Detto ciò, è necessario creare un nuovo account.
Per fare ciò, aprite il browser predefinito sul vostro PC Linux e collegatevi alla pagina dedicata alla creazione di un nuovo account presente sul sito Web di Bricsys. Fatto ciò, compilate i campi Email, Password e Conferma la password e cliccate su Registrati.
In alternativa, collegatevi alla pagina di accesso e cliccate su Facebook, Google o LinkedIn per creare un nuovo profilo sfruttando un account esistente. Dopo aver creato il profilo, vi troverete direttamente nella pagina di download. Seguite le indicazioni che trovate nelle prossime righe per procedere con l’installazione.
Come installare BricsCAD su Ubuntu/Debian
Se avete un PC con Ubuntu o Debian, potete fare affidamento al pacchetto DEB per poter installare BricsCAD. Tutto quello che bisogna fare è recarvi alla pagina di download (dopo aver effettuato l’accesso al vostro account) e impostare il primo menu a tendina su Linux, il secondo su Ubuntu/Debian e il terzo sulla lingua desiderata. Fatto ciò, cliccate su Accettoi termini di utilizzo e premete sul pulsante Download in verde per avviare il processo di download del pacchetto DEB.
Una volta scaricato correttamente, aprite il terminale e spostate la sessione all’interno della cartella di download sfruttando cd ~/Download. Nel passaggio successivo, procedete con l’installazione usando sudo dpkg -i BricsCAD-*-amd64.deb. Al termine, il terminale potrebbe restituirvi alcuni errori. Questi possono essere facilmente risolti andando ad eseguire sudo apt install -f su Ubuntu oppure sudo apt-get install -f su Debian.
Qualora riscontraste ancora problemi con le dipendenze vi consigliamo di prendere come riferimento i due tutorial elencati qui sotto.
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Come installare BricsCAD su Fedora/OpenSUSE
Per i possessori di un computer con Fedora o OpenSUSE è disponibile un pacchetto RPM di BricsCAD. Quest’ultimo può essere scaricato sempre dalla pagina di download (dopo aver effettuato il login all’account personale) selezionando prima Linux e poi Fedora, OpenSUSE. Una volta cliccato su Accetto i termini utilizzo (obbligatorio), premete sul pulsante Download in verde per procedere con lo scaricamento.
A questo punto, se utilizzate Fedora, aprite il terminale e spostate la sessione nella cartella di download sfruttando il comando cd ~/Download. Nel passaggio successivo, eseguite sudo dnf install BricsCAD-*.rpm per effettuare l’installazione del pacchetto.
Se usate OpenSUSE, invece, spostate la sessione sempre nella cartella di download come fatto poco fa ma questa volta utilizzate il comando sudo zypper install BricsCAD-*.rpm.
Come installare BricsCAD su altre distribuzioni Linux
Gli sviluppatori di Bricsys mettono a disposizione una versione “universale” in formato tar.gz del programma che può essere installata su tutti i computer che hanno una distro Linux diversa da quelle riportate nelle scorse righe.
Per scaricare questa versione, recatevi nella pagina di download, impostate Linux nel primo menu a tendina e dopodiché settate Installazione personalizzata nel secondo. Dopo aver premuto sul pulsante Download in verde, verrà avviato il processo di scaricamento del file tar.gz.
Completato il download, aprite il terminale e spostate il file dalla cartella di download a quella home utilizzando il comando mv ~/Download/BricsCAD-*.tar.gz ~/. Fatto ciò, create una nuova cartella chiamata bricscad usando mkdir -p ~/bricscad ed estraete il contenuto dell’archivio tar.gz con tar xvf BricsCAD-*.tar.gz -C ~/bricscad. Nel passaggio successivo, spostate la sessione nella cartella precedentemente creata con cd ~/bricscad ed eseguite BricsCAD sul vostro PC Linux sfruttando ./bricscad.sh.
Se siete soliti perdere gli auricolari Apple, sicuramente questo tutorial farà al caso vostro. In particolare, nelle prossime righe scopriremo insieme come trovare AirPods persi utilizzando semplicemente la funzione Trova il mio iPhone disponibile sia sotto forma di applicazione per iPhone, iPad e iPod touch che sul sito iCloud.com.
Premessa
Prima di entrare nel vivo del nostro tutorial odierno, volevamo precisare alcune cose importanti. Innanzitutto, l’app Trova il mio iPhone deve essere installata su un dispositivo con iOS 10.3 o versioni successive. Oltre a questo, bisogna aver preventivamente configurato Trova il mio iPhone su iPhone, iPad o iPod touch che state usando con gli AirPods. In questo caso, la funzione di ricerca verrà abilitata automaticamente anche per gli auricolari true wireless di Apple.
Nel caso in cui le cuffiette fossero fuori dal raggio di portata di tutti dispositivi, sono scarichi oppure si trovano all’interno della custodia, il servizio permetterà di vedere l’ora e il luogo in cui sono stati connessi l’ultima volta.
Come trovare gli AirPods persi
Se avete a disposizione un iPhone, un iPad o un iPodtouch, potete sfruttare semplicemente l’app Trova il mio iPhone (o Dov’è) per individuare facilmente il vostro paio di auricolari true wireless. Aperto il software, effettuate l’accesso con il vostro ID Apple e la password se non l’avete fatto prima. A questo punto, premete sul nome dei vostri AirPods per individuare la posizione.
Accanto al nome degli auricolari troverete un pallino che può essere blu, verde o grigio a seconda dello stato del dispositivo. Il primo indica il device che state usando per cercare gli AirPods smarriti, il secondo specifica che gli AirPods sono connessi mentre il terzo sta a significare che le cuffiette sono spente, scariche, che si trovano all’interno della loro custodia oppure che sono fuori dal raggio di portata.
Qualora gli AirPods fosserodivisi, vedrete sulla mappa soltanto una posizione alla volta. Dunque, trovate il primo auricolare presente sulla mappa e inseritelo nella custodia. Fatto ciò, aggiornate la mappa premendo sulla freccia rotante in alto a destra e trovate l’altro.
Se siete da computer, collegatevi al sito Web di iCloud.com e inserite le credenziali di accesso del vostro IDApple compilando i campi richiesti. A questo punto, cliccate su Trova iPhone per accedere all’apposita applicazione Web e successivamente scegliete gli AirPods dal menu che compare premendo su Tutti i dispositivi posto in alto. Attraverso la mappa, sarete in grado di individuare gli AirPods in maniera molto semplice.
Nel caso in cui gli auricolari true wireless si trovassero in prossimità di uno dei vostri dispositivi Apple e sono connessi via Bluetooth, potrete farli riprodurre un suono in maniera molto semplice premendo sul nome degli AirPods e scegliendo Fai suonare. Se le cuffiette sono divise, scegliete Disattivaa dx o Disattiva a sx per trovarli uno alla volta. Una volta identificati entrambi gli AirPods, premete sul pulsante Interrompi per confermare la ricerca e concludere l’operazione.
Cosa fare in caso di problemi
Purtroppo, Trova il mio iPhone è l’unico metodo che permette di rintracciare gli AirPods smarriti o rubati. Se trovate soltanto un AirPod o esclusivamente la custodia di ricarica oppure se sono danneggiati, vi basta semplicemente trovare il numero di serie e contattare il servizio clienti di Apple per richiedere la sostituzione. Per maggiori informazioni, vi consigliamo di seguire le indicazioni presenti nelle guide sottostanti.
Se cercate un’applicazione VoIP da utilizzare sul vostro PC Linux, allora vi consigliamo di provare Mumble. Nelle prossime righe, scopriremo insieme come installare e usare Mumble su Linux in pochi e semplici passaggi seguendo le indicazioni fornite.
Mumble: cos’è
Come anticipato nelle scorse righe, Mumble è un’applicazione VoIP (Voice over IP) progettata principalmente per i gamer ed è un’ottima alternativa ai programmi più conosciuti come TeamSpeak e Ventrilo.
Il software dispone di un’architettura client-server in cui gli utenti possono dialogare eseguendo la connessione allo stesso server. Oltre che per Windows, macOS e iOS, Mumble può essere installato anche su Linux seguendo le indicazioni della distribuzione utilizzata.
Come installare Mumble su Linux
Per procedere con l’installazione dell’applicazione VoIP sul vostro computer equipaggiato dal sistema operativo open source, vi basta seguire le istruzioni presenti qui sotto.
Ubuntu
sudo apt install mumble
Debian
sudo apt-get install mumble
Arch Linux
sudo pacman -S mumble
Fedora
sudo dnf install mumble
OpenSUSE
sudo zypper install mumble
Snap
Se i comandi precedenti non vi hanno permesso di installare correttamente Mumble oppure usate una distribuzione diversa da quelle riportate precedentemente, allora vi suggeriamo di utilizzare il pacchetto Snap. Per prima cosa assicuratevi di abilitare correttamente Snapd. Se non sapete come procedere, seguite le indicazioni riportate nel tutorial sottostante.
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Nel passaggio successivo, aprite il terminale ed eseguite il comando sudo snap install mumble per procedere con l’installazione di Mumble. In alternativa, potete sfruttare l’app Snap Store. Per maggiori informazioni, prendete come riferimento la guida elencata qui sotto.
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In caso di ripensamenti, è possibile disinstallare facilmente il client Mumble eseguendo sudo snap remove mumble.
Come usare Mumble su Linux
Una volta completata correttamente l’installazione di Mumble sul vostro PCLinux, comparirà la finestra Procedura guidatadi impostazione dell’audio che vi aiuterà a settare correttamente i livelli d’ingresso della scheda audio e i parametri corretti per l’elaborazione del suono da parte dell’app VoIP. Premete sul pulsante Successivo e utilizzate le due sezioni proposte per impostare il dispositivo di input e di output.
Dopo aver settato altri parametri richiesti, impostate l’opzione Push To Talk dalla schermata Rilevamento dell’attività vocale e inserite i tasti scorciatoia che vi permetteranno di attivare rapidamente Mumble. Premuto nuovamente su Successivo, completate il setup delle ultime impostazioni.
Giunti alla schermata Divertiti ad usare Mumble, potete scegliere se inviare o meno delle statistiche anonime al progetto Mumble per migliorare il programma lasciando o togliendo la spunta all’apposita opzione. Dopo aver premuto su Fine, selezionate l’opzione Crea un certificato automaticamente e pigiate su Successivo per proseguire.
Una volta pigiato su Fine, sarete pronti per passare allo step successivo: connettersi a un server. Qui potete usare un server pubblico sfruttando l’elenco proposto oppure aggiungerne uno personalizzato cliccando sul pulsante Aggiungi e compilando i campi richiesti. Al termine dell’inserimento, il server personalizzato sarà reperibile all’interno della sezione Preferiti. Se avete scelto una server pubblico, invece, selezionatelo dalla lista, cliccate su Connetti, inserite il nome utente nell’apposito campo e pigiate su OK per effettuare la connessione.
Per disconnettervi da un server Mumble, vi basta cliccare sul menu Server presente in alto a sinistra e scegliere Disconnetti dal menu che compare. In alternativa, è possibile disconnettervi chiudendo direttamente il programma cliccando sulla voce Esci da Mumble dal menu Server, attraverso la combinazione di tasti Ctrl+Q oppure effettuando un click destro sull’icona del software presente in alto a destra nella barra e scegliendo Esci da Mumble dal menu proposto.
Avete bisogno di chattare con i vostri amici usando un’applicazione semplice, gratuita ma potente allo stesso tempo da usare sul vostro PC Linux? Vi consigliamo di provare Telegram! All’interno di questo tutorial scopriremo insieme come installare Telegram su Linux andando ad esaminare tutti i diversi metodi disponibili.
Telegram: cos’è
Per chi non la conoscesse, Telegram è una famosa app di messaggistica gratuita e open source che si propone sul mercato come la diretta rivale di WhatsApp. Tuttavia, essa propone delle funzionalità aggiuntive sicuramente interessanti come ad esempio la possibilità di seguire canali riguardanti l’argomento preferito, non è necessario effettuare backup in quanto tutti i dati vengono archiviati in maniera sicurissima su dei server, la possibilità di scambiare una grande quantità di file in pochi e semplici gesti e molto altro ancora.
In questo articolo, andremo a vedere come installare il software su Ubuntu, Debian, Fedora e Arch Linux in modo semplice e veloce e a sfruttare i pacchetti Snap e Flatpak per le altre distribuzioni Linux. Ricordate che, nel caso in cui il software non funzionasse correttamente, potrete sempre utilizzare Telegram Web accessibile da qualunque browser.
Come installare Telegram su Ubuntu
È possibile installare facilmente Telegram su un PC Ubuntu aprendo Ubuntu SoftwareCenter e digitando il termine telegram all’interno del campo di ricerca. Fatto ciò, cliccate sul risultato Telegram Desktop e procedete con l’installazione cliccando su Installa.
Un’altra soluzione per poter installare il software di messaggistica consiste nello sfruttare il terminale. Dunque, aprite una finestra del terminale, aggiungete il PPA di Telegram eseguendo il comando sudo add-apt-repository ppa:atareao/telegram e dopodiché aggiornate Ubuntu per permettergli di vedere il PPA di Telegram con sudo apt update. Fatto ciò, usate sudo apt install telegram per installare il programma.
Come installare Telegram su Debian
Per poter installare Telegram su Debian è possibile eseguire sudo apt-get install telegram-desktop all’interno del terminale o in alternativa utilizzare i pacchetti Snap o Flatpak di cui troverete le procedure nelle prossime righe.
Come installare Telegram su Arch Linux
All’interno di Arch Linux User Repository ci sono diverse versioni ufficiali del client di messaggistica. Tuttavia, vi consigliamo di prendere come riferimento i pacchetti telegram-desktop-bin o telegram-desktop-git. In quest’ultimo caso, dovrete compilare manualmente l’intero codice sorgente, quindi si tratta di un’operazione che richiede parecchio tempo. Al contrario, telegram-desktop-bin preleva la versione precompilata di Telegram dal sito Web e genera rapidamente un pacchetto AUR installabile.
Dunque, in questa guida ci concentreremo sul pacchetto Telegram Bin. Aprite il terminale e installate il pacchetto di Git necessario per interagire con AUR andando ad eseguire sudo pacman -S git. Fatto ciò, usate lo strumento Git per prelevare i file dell’ultima versione di Telegram con git clone https://aur.archlinux.org/telegram-desktop-bin.git.
Nel passaggio successivo, spostate la sessione del terminale nella nuova cartella creata con cd telegram-desktop-bin ed eseguite makepkg per generare un pacchetto e installare tutto l’occorrente sul vostro PC Arch Linux.
Come installare Telegram su Fedora
Per poter installare Telegram su Fedora, è necessario abilitare prima i repository software di RPMFusion. Per maggiori informazioni, date un’occhiata al tutorial linkato qui sotto.
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Fatto ciò, aprite il terminale ed eseguite il comando sudo dnf install telegram-desktop in modo da installare Telegram sul vostro computer.
Come installare Telegram su Linux tramite Snap
Se uno dei comandi riportati nelle scorse righe non ha funzionato correttamente oppure avete una distribuzione Linux meno conosciuta, vi consigliamo di utilizzare il pacchetto Snap che vi permetterà di accedere senza problemi al software di chat.
Il primo passaggio da effettuare è quello di abilitare Snapd. Per ulteriori informazioni, date un’occhiata alla guida elencata qui sotto.
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Nello step successivo, aprite il terminale ed eseguite il comando sudo snap install telegram-desktop per procedere con l’installazione. In alternativa, potete scaricare installare facilmente Telegram sfruttando lo SnapStore. Vi consigliamo di seguire le indicazioni che trovate nel tutorial sottostante.
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Come installare Telegram su Linux tramite Flatpak
Un’altra soluzione per poter ottenere Telegram su Linux è sfruttare Flatpak. Innanzitutto, è necessario abilitare Flatpak. Per fare ciò, seguite le indicazioni che trovate nella guida qui sotto.
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Compiuto correttamente questo passaggio, aprite il terminale ed eseguite sudo flatpak install –from https://flathub.org/repo/appstream/org.telegram.desktop.flatpakref.
Come installare Telegram su Linux tramite file binario
Se il vostro PC Linux non supporta né Snap e né Flatpak, allora potete affidarvi al file binario auto-aggiornante reperibile sul sito Web ufficiale di Telegram. Tutto quello che bisogna fare è collegarvi alla pagina di download di Telegram Desktop utilizzando il browser predefinito e cliccare sul pulsante Get Telegram for Linux 32/64 bit in modo da procedere con il download del pacchetto tar.gz.
Fatto ciò, aprite il file manager di Linux, recatevi nella cartella di download e fate doppio click sulla cartella tsetup.x.x.x. Nel passaggio successivo, cliccate due volte sulla directory Telegram e dopodiché fate la stessa cosa sul programma Telegram per aprirlo così da procedere con il setup.
Spulciando fra le nuove e-mail ricevute, avete notato la presenza di un particolare allegato che presenta un’estensione nel formato .DAT. Dato che non sapete come aprirlo, cercate una guida che vi aiuti a capire come fare. Noi di ChimeraRevo abbiamo realizzato un tutorial ad hoc in cui vi spiegheremo esattamente come aprire file .DAT su Mac sfruttando un paio di soluzioni molto semplici.
Premessa
I file dat sono molto particolari in quanto potrebbero contenere un testo oppure un contenuto multimediale come ad esempio un documento Word, un PDF oppure una foto. La maggior parte delle volte essi si trovano all’interno delle e-mail inviate attraverso un client di posta elettronica (es. Outlook) che spesso effettuano una conversione degli stessi.
In alcuni casi, però, i file dat possono trovarsi anche all’interno delle cartelle d’installazione di alcuni software. In quest’ultimo caso, vi sconsigliamo fortemente di effettuare modifiche in quanto essi garantiscono il corretto funzionamento del programma.
Come aprire file .DAT su Mac con TextEdit
La prima soluzione che vi consigliamo di sfruttare per scoprire il contenuto di un file dat è TextEdit, l’editor testo predefinito di macOS . Tutto quello che bisogna fare è aprire il software dalla cartella Altro del Launchpad e dopodiché trascinare il file .dat sull’icona del software che compare nel Dock.
In alternativa, cliccate con il tasto destro del mouse sul file in questione e scegliete Apri con > TextEdit. Attraverso il contenuto visualizzato, sarete in grado di cercare di scoprire quale programma lo ha generato (es. Microsoft Word).
Come aprire file .DAT su Mac con Winmaildat
Se avete ricevuto un allegato via e-mail chiamato Winmail.dat o ATT0001.dat, potete sfruttare il sito WebWinmaildat.com accessibile da Safari o da un altro browser a vostra scelta. Attraverso la pagina proposta, cliccate sul pulsante Scegli file accanto alla voce Uploada file e selezionate il file dat utilizzando Finder di macOS. Una volta scaricato correttamente, cliccate su Start per avviare il processo in modo da scoprire i dati presenti al suo interno una volta estratti.
Da precisare che l’operazione potrebbe richiedere diversi minuti a seconda della quantità di informazioni presenti all’interno. Conclusa correttamente la procedura, scaricate i dati individuati da Winmaildat.com entro massimo 30 minuti (trascorso tale termine verranno cancellati automaticamente).
Come aprire file .DAT su Mac con TNEF’s Enough
Se le soluzioni riportate nelle scorse righe non hanno avuto alcun effetto, allora vi suggeriamo di utilizzare TNEF’s Enough. Si tratta di un software gratuito scaricabile dallo store di Apple che è in grado di analizzare automaticamente il contenuto di un file .DAT ed estrarlo.
Detto ciò, procedete con il download e l’installazione del programma dal Mac App Store. A questo punto, fate click destro sul file dat e scegliete Apri con > TNEF’s Enough dal menu che compare. In alternativa, avviate il software, cliccate sul menu File presente in alto e apritelo sfruttando l’opzione Open.
Tramite la finestra che compare poco dopo, troverete un elenco di tutti i documenti presenti all’interno dell’allegato. Per procedere con l’estrazione, cliccate su Export all presente nel menu File e selezionate il percorso di salvataggio preferito. Come risultato otterrete dei file con l’estensione originale che potranno essere aperti facilmente utilizzando i programmi appositi.
In alternativa a TNEF’s Enough, vi consigliamo di utilizzare Winmail.datViewer, disponibile al download sempre dal Mac App Store.
I nuovi iPhone 11 sono stati finalmente presentati, ed essi possiedono il più grande miglioramento di sempre per quanto riguarda la fotocamera! In questo articolo scoprirai le meravigliose novità dei nuovi iPhone 11, iPhone 11 Pro e iPhone 11 Pro Max.
Le nuove caratteristiche della fotocamera dei nuovi iPhone 11
Tre nuovi iPhone sono stati lanciati a Settembre 2019:
iPhone 11: doppia fotocamera (grandangolare e ultra grandangolare) e display da 6,1 pollici;
iPhone 11 Pro: tripla fotocamera (grandangolare, ultra grandangolare e teleobiettivo) e display da 5,8 pollici;
iPhone 11 Pro Max: tripla fotocamera (grandangolare, ultra grandangolare e teleobiettivo) e display da 6,5 pollici.
L’iPhone 11 possiede una doppia fotocamera composta da una camera grandangolare e una ultra grandangolare. La fotocamera ultra grandangolare è una novità nel mondo Apple e anche una delle più grandi novità degli iPhone di quest’anno. Mai prima d’ora gli iPhone erano in grado di scattare foto così tanto ampie, se non tramite l’utilizzo di accessori esterni.
A differenza di iPhone 11, i suoi compagni iPhone 11 Pro e iPhone 11 Pro Max possiedono un modulo a tripla fotocamera, composto da una camera grandangolare, una ultra grandangolare e un teleobiettivo.
Le due fotocamera principali sono però identiche in tutti e tre i modelli e tutti possiedono le seguenti caratteristiche:
Fotocamera posteriore e fotocamera anteriore da 12 megapixel;
Modalità ritratto con controllo di profondità;
Nuova modalità notte per catturare splendide foto in condizioni di scarsa o pessima luminosità;
Smart HDR migliorato per una migliore esposizione e dettagli più precisi;
Foto Live, Time Lapse, Panoramica, Slow-motion;
Registrazione video fino al 4K 60FPS con stabilizzazione ottica;
Strumenti per il foto editing migliorati;
Possibilità di editare video direttamente dall’app Foto;
Doppia fotocamera
Prima cosa da sapere è che questa doppia fotocamera è differente dalla doppia fotocamera presente negli iPhone XS e nei modelli precedenti in quanto tali modelli possedevano una lente grandangolare e un teleobiettivo. La nuova versione, quella presente negli iPhone, è composta da una lente grandangolare e una lente ultra grandangolare. La lente grandangolare è la solita lente presente in tutti gli iPhone, ma quest’anno viene migliorata ulteriormente. Per quanto riguarda la seconda lente, troviamo una lente ultra grandangolare, nuova arrivata in casa Apple che permette di scattare foto con un campo di visione molto più ampio.
Tale fotocamera risulta essere molto utile per quanto riguarda paesaggi, spazi ristretti, interni o foto di gruppo.
Tripla fotocamera
Parliamo ora della tripla fotocamera presente negli iPhone 11 Pro e iPhone 11 Pro Max, che risulta essere identica per entrambi i modelli.
La tripla fotocamera è composta dalla stessa doppia fotocamera presente negli iPhone 11, ma in aggiunta possiede anche un teleobiettivo.
Tale teleobiettivo permette di scattare foto utilizzando uno zoom 2x per scattare foto più vicine al soggetto senza perdita di dettaglio.
Modalità notturna
Un’altra grande novità per quanto riguarda il comparto fotografico è la nuova modalità notturna.
Scattare fotografie di notte o comunque in condizioni di scarsa luminosità risulta essere molto complicato e, solitamente, essendo le lenti montate sugli smartphone molto piccole, si ha una perdita elevata di dettaglio. La mancanza di luce potrebbe portare a problemi di esposizione, sgranatura e sfocatura. Con l’intento di risolvere questo problema nasce la modalità notturna, con la quale potrete scattare foto molto dettagliate anche in condizioni di scarsa o pessima luminosità, grazie all’utilizzo molto intelligente del software. Nel momento in cui premete il pulsante di scatto, lo smartphone scatterà una serie di foto a diversa esposizione e, successivamente, combinerà tramite software le parti migliori di ciascuna foto in un’unica immagine.
La modalità notturna è presente in tutti e tre i modelli di iPhone 11, e la cosa migliore è che si attiverà da sola in condizioni di scarsa luminosità, non dovrete pensarci voi.
Modalità ritratto migliorata
La modalità ritratto è presente negli iPhone ormai da qualche anno, ma negli ultimi modelli è stata migliorata ulteriormente.
Tale modalità ritratto permette di sfocare lo sfondo nelle foto scattate col tuo iPhone, sfocatura che è possibile aumentare o diminuire in post produzione.
L’implementazione maggiore però, è quella fatta nella modalità illuminazione ritratto, presente nell’iPhone 8 Plus e successivi. Grazie a tale modalità è possibile aggiungere effetti di luce alla foto scattata in modalità ritratto, proprio come in uno studio fotografico.
Nei vecchi iPhone non era possibile controllare la posizione o l’intensità della luce, ma nei nuovi iPhone 11 questo cambia. Nei nuovi modelli è infatti possibile aggiustare la posizione e l’intensità degli effetti, e questo ti permette di avere più controllo sulle tue foto.
Viene aggiunta anche un’effetto chiamato High‑Key Light Mono che permette di creare un ritratto con un effetto bianco e nero da studio fotografico.
Smart HDR avanzato
L’HDR ti aiuta a catturare migliori colori e dettagli in scene ad alto contrasto.
Tale funzione è presente da vari anni negli iPhone ma Apple assicura che in questi nuovi iPhone 11 tale funzione utilizza tecnologie avanzate per utilizzare al meglio l’HDR.
La chiave di tutto è che tale iPhone riconosce i volti nelle tue foto, e li tratta diversamente dal resto dell’immagine. Il nuovo software della fotocamera porta luminosità e dettagli nei volti e allo stesso tempo mantiene i colori vivaci nello sfondo. In questo modo i volti avranno un colore della pelle molto più naturale ma i colori dello sfondo non verranno modificati.
Applicazione fotocamera ridisegnata
Tutti i modelli di iPhone 11 presentano un‘app fotocamera ridisegnata in cui puoi passare da una lente all’altra solamente utilizzando le opzioni di zoom. L’interfaccia mostra anche cosa succede fuori dall’inquadratura, quindi cosa vedremmo se stessimo usando la camera grandangolare.
Video di altissima qualità
Apple afferma che i nuovi iPhone 11 sono i migliori smartphone del momento in quanto a qualità di registrazione video, che avviene al massimo in 4K a 60FPS.
Durante la registrazione si può tranquillamente passare da una lente all’altra (opzione disponibile massimo fino al 4K 30FPS) per creare effetti particolari. Una novità è sicuramente il fatto che ora si può facilmente iniziare a registrare un video direttamente dall’interfaccia delle foto, semplicemente tenendo premuto il pulsante di scatto e scorrendo a destra se desideriamo continuare le riprese.
Selfie in Slow-motion (Slofies)
Se ami registrare video in slow-motion di ciò che ti circonda, sarai molto felice di sapere che nei nuovi iPhone 11 è possibile registrare slow-motion anche dalla fotocamera interna, e Apple chiama questi video “Slofies”.
Foto editing migliorato nell’app Foto
L’applicazione della fotocamera è stata ridisegnata, e invece per quanto riguarda l’app Foto sono stati aggiunti molti strumenti di editing. Ora l’app Foto diventa un vero e proprio foto editor in quanto possiede tutti gli strumenti per la correzione delle immagini, ogni controllo e ogni filtro.
Nuovi strumenti per il video editing
Registri spesso video con il tuo iPhone? Ti piace creare piccoli filmati, magari delle vacanze con la tua famiglia?
Sarai felice di sapere che ora puoi editare i tuoi video direttamente dall’app Foto in quanto ora possiede tutti gli strumenti e gli effetti più importanti per l’editing video. Puoi ad esempio aggiustare il colore e l’esposizione dei tuoi video, piuttosto che tagliarli o ruotarli.
Considerazioni
Gli iPhone 11, 11 Pro e 11 Pro Max sono disponibili per il pre-ordine dal 13 Settembre 2019 e sono disponibili nei negozi a partire dal 20 Settembre. In italia i prezzi dell’iPhone 11 partono da 839€ per la versione base con 64GB di storage fino ad arrivare ai 1009€ per la versione top da 256GB, mentre per quanto riguarda iPhone 11 Pro e iPhone 11 Pro Max i prezzi partono rispettivamente da 1189€ e 1289€ per le versioni base da 64GB per poi salire a 1589€ e 1689€ per le versioni top da 512 GB.
Tutti e tre i modelli possiedono le stesse caratteristiche principali, e le versioni Pro si differenziano dalla versione classica soltanto per quanto riguarda lo schermo, la terza fotocamera e le batterie. Per informazioni più dettagliate vi invito a visitare il sito ufficiale Apple.
Che smartphone possedete ora? Quanto è alto il vostro budget? Quanto sono importanti per voi il teleobiettivo e uno schermo migliore? Per voi è importante la lente ultra grandangolare? Scatti molte foto in modalità ritratto? Rispondendo a queste domande saprete qual è il modello che più si addice alle vostre esigenze.
Se sei finito in questo articolo sicuramente ti è capitato almeno una volta di sentire il tuo iPhone un po’ più caldo del solito, ma non preoccuparti, il tuo smartphone non ha nessun problema, ci sono molti fattori che potrebbero causare il suo surriscaldamento. Per prima cosa ci tengo a dirti che è consigliato dalla stessa Apple di usare il proprio iPhone in luoghi con una temperatura compresa tra 0 e 35 °C in quanto in caso di calore o freddo eccessivi il dispositivo potrebbe variare le proprie performance per regolare la temperatura. Nel caso di temperature eccessivamente basse, potrebbe variare temporaneamente la durata della batteria e questo potrebbe anche causare lo spegnimento del dispositivo e la normale durata della batteria verrà ripristinata non appena lo smartphone verrà riportato a temperature ambientali superiori. Nel caso invece di temperature troppo alte la durata della batteria potrebbe essere compromessa in maniera permanente.
Possibili cause del surriscaldamento
Il surriscaldamento del dispositivo potrebbe avvenire durante la ricarica o in diversi casi durante l’utilizzo. Di seguito qualche possibile causa del surriscaldamento:
Durante la configurazione iniziale del dispositivo;
Quando le app reindicizzano o rianalizzano dati, ad esempio subito dopo aver eseguito l’aggiornamento del software o di una qualsiasi applicazione;
Quando esegui il ripristino da un backup;
Quando utilizzi applicazioni di realtà aumentata o più in generale applicazioni che richiedono un’intensa attività grafica.
Queste sono le normali condizioni in cui è possibile che il vostro dispositivo si surriscaldi e, non appena terminate tali operazioni, il dispositivo tornerà a una temperatura regolare.
Di seguito alcuni esempi in cui la temperatura ambientale potrebbe causare il surriscaldamento del vostro iPhone:
Utilizzare alcune applicazioni in presenza di temperature elevate o luce diretta del sole per periodi prolungati, come ad esempio la navigazione GPS o giochi che richiedono un’elevata attività grafica;
Lasciare il dispositivo in macchina in giornate particolarmente calde o dimenticarlo per molto tempo sotto la luce diretta del sole.
Cosa succede se il dispositivo si surriscalda
Se la temperatura supera il normale intervallo operativo, il dispositivo prenderà delle precauzioni per proteggere i propri componenti interni, e se questo accade potresti notare i seguenti cambiamenti:
Lo schermo diventa meno luminoso;
La ricarica, compresa quella wireless, rallenta o addirittura si ferma;
Non potrai utilizzare il flash della fotocamera;
Le radio entrano in uno stato a bassa energia e il segnale si indebolisce;
Le app che richiedono maggiore attività grafica e in generale tutto il dispositivo rallenta.
Inoltre, in caso tu stia utilizzando la navigazione assistita, lo schermo si spegnerà ma il navigatore continuerà a fornire le indicazioni audio passo a passo, e non appena ti avvicinerai ad una svolta lo schermo si illuminerà per aiutarti nel percorso da seguire.
Se il dispositivo supera una certa temperatura visualizzerai a schermo un messaggio e il dispositivo risulterà temporaneamente inutilizzabile, ma potresti comunque riuscire a effettuare chiamate di emergenza.
Se desideri riprendere ad utilizzare il dispositivo più velocemente, spegnilo e spostati in un luogo più fresco.
Volete sapere quali sono le migliori alternative per Linux a Discord perché non avete idea di quali siano. Noi di ChimeraRevo abbiamo realizzato una guida ad hoc per spiegarvi quali siano in modo da sperimentare nuove funzioni.
Riot
Riot è un’app di messaggistica istantanea open source rivolta generalmente a tutti coloro che desiderano sostituire Discord. Tuttavia, anche se non è rivolta ai gamer, si tratta di una soluzione alternativa molto affidabile per sostituirla. Una delle principali caratteristiche per poter prendere in considerazione Riot è il supporto a più canali in cui gli utenti possono parlare in maniera molto simile a quanto avviene su Discord.
Oltre a questo, Riot supporta sia le chiamate vocali che le videochiamate così potrete chattare con i vostri amici mentre giocate ai giochi preferiti. Il programma mette a disposizione un’applicazione da utilizzare su smartphone/tablet Android e iOS. Per procedere con il download e l’installazione del programma, potete prendere in considerazione la guida riportata qui sotto.
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Steam
Fra le migliori alternative per Linux a Discord abbiamo deciso di selezionare anche Steam. Gli sviluppatori di Valve hanno migliorato nel corso degli ultimi anni la comunicazione di gruppo all’interno dell’app, introducendo una migliore chat vocale e implementando altre caratteristiche molto simili a quelle offerte da Discord. Dunque, se state cercando una soluzione alternativa, allora questa è un’altra possibilità.
Gli utenti di una chat di gruppo di Steam possono condividere file e creare più canali vocali o chiamare singoli amici privatamente sfruttando l’apposita funzione. Proprio come lo store di giochi presente in Discord, anche Steam permette di acquistare e giocare ai giochi in maniera molto semplice. Dato che il software è compatibile anche con Windows e macOS (come Discord), sarà possibile chattare con gli amici su altre piattaforme.
Steam è disponibile per il download per una miriade di distribuzioni Linux. Ad esempio, per i possessori di Ubuntu e Debian è possibile scaricare il pacchetto DEB tramite il sito Web ufficiale. In alternativa, vi consigliamo di ricercare il programma all’interno del terminale sfruttando il gestore pacchetti della vostra distro oppure prendere come riferimento le indicazioni presenti nella pagina dedicata su Pkgs.org.
Mumble
Mumble è un’app di chat vocale open source con alcune funzionalità comparabili a Discord e inoltre è completamente gratuita. Ciò significa che non prevede alcun costo per utilizzarla. Il programma supporta più canali vocali, quindi i gamer possono chattare in molti canali diversi contemporaneamente.
A parte il lato vocale, Mumble dispone di una chat testuale che può essere utilizzata per comunicare. Per maggiori informazioni sull’installazione del programma, vi consigliamo di seguire le indicazioni che trovate nel nostro tutorial dedicato.
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Telegram
Chiudiamo questa guida dedicata alle migliori alternative per Linux a Discord parlandovi di Telegram. Si tratta di un client di chat estremamente popolare disponibile per Windows, macOS, Linux, iOS, Android e così via.
Anche se non è un software progettato per i giochi, Telegram rappresenta una discreta soluzione a Discord in quanto supporta le chat di gruppo, permette di effettuare chiamate vocali e inoltre le videochiamate arriveranno presto.
Tuttavia, vogliamo precisare che non si tratta della prima scelta da sfruttare se desiderate abbandonare Discord. Telegram può essere installato in maniera molto semplice su Linux tramite Snap, Flatpak, dal sito Web ufficiale oppure utilizzando il software center della propria distribuzione. Per maggiori informazioni, prendete come riferimento la guida sottostante.