Benvenuto 2014, e ben ritrovati a tutti per un nuovo anno insieme a noi di Chimera Revo.
Per partire, abbiamo deciso di tirare le somme un’altra volta – dopo aver stilato le pagelle dei produttori che si sono fatti notare nel 2013 – con un occhio di riguardo a quelli che sono stati letteralmente i morti dell’anno appena concluso.
La tecnologia è in continuo ricambio e, per ogni nuovo prodotto (di qualsivoglia settore) presentato al mondo, ce ne è sempre un altro che irrimediabilmente sparisce.
A tal proposito vogliamo rinfrescarvi la memoria, ripercorrendo a ritroso questo altalenante 2013 e dando uno sguardo ai prodotti abbandonati o letteralmente uccisi che hanno fatto più “rumore”.
Un rumore forte, che trova origine in diverse motivazioni: qualche sospensione ha causato un drastico cambio di abitudini (Google Reader) e qualcun altra, invece, ha rappresentato il punto di distacco tra le nuove generazioni e quelle vecchie che, purtroppo o per fortuna, oggi non esistono più (Winamp e Altavista).
Google reader
Il colpo al cuore nel mondo dell’editoria online: il lettore RSS di Google è stato ufficialmente spento durante il mese di Marzo 2013.
Sebbene la motivazione offerta da Google fosse quella di uno scarso interesse dell’utenza (maligni, stavate pensando già ad un dirottamento del traffico verso Google+? Maligni…), i servizi concorrenti – primo tra tutti Feedly – hanno fatto strada a partire da quel giorno.
E ne hanno fatta molta.
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Gli store Blockbuster
La leggendaria catena di video-noleggio mette la parola fine alla sua attività “classica” decennale: l’azienda che ne detiene la proprietà ha dichiarato l’intenzione di chiudere gli ultimi 300 store rimasti entro Gennaio 2014, sospendendo anche la consegna dei DVD tramite posta.
Un segnale evidente del cambio generazionale, con una tecnologia di riproduzione che si avvicina sempre di più al cloud ed ai contenuti on-demand. Blockbuster comunque non muore del tutto, resterà comunque in voga per offrire servizi del tutto simili a quelli di un noto concorrente: Netflix.
Google Checkout
Siamo questa volta a Maggio, quando l’immensa compagnia di Mountain View notifica ai suoi utenti un cambio radicale delle modalità di pagamento online: Google Checkout, un metodo di pagamento “ad-hoc” presente ormai da anni, viene deposto in favore del vero e proprio sistema di transazione Google Wallet (a meno dei pagamenti su Google Play, ovviamente).
Sebbene l’utente non sia stato “vittima” del cambiamento – i meno attenti non si sono accorti praticamente di nulla – sembra proprio che anche questa mossa sia stata mirata a mettere i bastoni tra le ruote ad un noto concorrente del settore.
Qualcuno ha detto Paypal?
MySpace (quello classico)
Giugno 2013: MySpace, quello nato diversi anni fa ed usato per lo più da artisti e blogger emergenti che tutti conoscevamo, non esiste più. Al suo posto un’interfaccia completamente rinnovata ed incentrata sulla musica (qualcuno ha detto.. Justin Timberlake?), un restyling quasi dovuto per un servizio lasciato per la maggiore nel dimenticatoio.
Però… c’è un però: nessuna procedura per salvare i vecchi contenuti, che il giorno del lancio – da sottolineare, senza preavviso alcuno – sono andati completamente persi. Tutto, incluse foto, commenti e messaggi.
Con grosso dispiacere dei vecchi utenti.
Altavista
Luglio 2013: uno degli ultimi scampoli di Web 1.0 viene definitivamente ritirato dalla scena!
Si tratta di Altavista, un motore di “ricerca sociale” – molto rudimentale se visto con l’ottica del 2013 – acquistato da Yahoo! ben 10 anni fa. E proprio Yahoo! ha deciso di sospendere definitivamente le attività del servizio, facendolo letteralmente scomparire dalla rete.
Un “morto ammazzato” giusto, forse addirittura una palla al piede.
Lavabit – Silent Circle
Agosto 2013, due mesi dopo le rivelazioni di Edward Snowden riguardo il caso PRISM.
Il leaker più famoso degli ultimi tempi comunicava con il mondo esterno tramite un sistema di mail crittografate, offerto da un noto servizio online che rispondeva al nome di… Lavabit, appunto.
I federali ci hanno messo lo zampino e gli amministratori del servizio di messaggistica, consapevoli del fatto che “se USA vuole, qui passiamo i guai…”, hanno deciso di tagliare la testa al toro e ritirare baracca e burattini, disattivando definitivamente il servizio.
Silent Circle, l’alternativa più quotata, ha fatto la stessa cosa giocando d’anticipo, senza attendere l’intervento dei federali.
Apple iPhone 5
Un morto quasi “silenzioso”: ricorderete che, lo scorso Settembre, Apple ha mandato letteralmente in visibilio tutti i suoi fan presentando non uno ma due dispositivi, adatti a diverse esigenze di utilizzo e mercato: l’iPhone 5s e l’iPhone 5c.
Presi dall’entusiasmo, non tutti si sono accorti che contestualmente un dispositivo Apple è sparito dal mercato “ufficiale” da un giorno all’altro: l’iPhone 5. Il che potrebbe sembrare “quasi” ovvio, se non fosse che tra i prodotti rivenduti ufficialmente da Apple bazzica ancora l’iPhone 4S… chissà, magari colpa del “basso” divario di prezzo?
Winamp
Una perdita fresca fresca che ha lasciato un grosso vuoto nei cuori di chi, da quasi vent’anni, si affidava a questo simpatico riproduttore MP3: coloro che – come me – hanno vissuto in prima persona l’avvento degli mp3, ricorderanno Winamp come l’unico player musicale in grado di riprodurli senza problemi.
Siamo più o meno a cavallo tra il 1999 ed il 2000, epoca del massimo successo di questo – allora fantastico – programma, tanto da indurre AOL ad acquistare sia Winamp che Nullsoft, la casa produttrice.
Ed è stata proprio AOL ad ufficializzarne la chiusura ed il ritiro completo dalle scene del web lo scorso 20 Dicembre 2013.
Addio, Winamp, ti abbiamo amato!
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