Ancora due giorni e sarà realtà la tanto chiacchierata quotazione in borsa a New York del gigante cinese Alibaba, e-commerce fondato nel 1998 da Jack Ma e soci. La notizia ha raccolto molto interesse negli ultimi mesi grazie alle dimensioni colossali dell’affare. La società asiatica infatti potrebbe riscuotere un successo imponente e battere ogni record andando a rastrellare una cifra che oscilla tra i 21 e i 26 circa miliardi di dollari per la vendita delle azioni che verranno immesse sul mercato e permettendo all’azienda di raggiungere una impressionante quotazione che potrebbe oscillare tra i 170 e i 200 miliardi di dollari, simile ovvero a quella di giganti americani come Facebook e Amazon.
Comincerà così quella che molti analisti vedono come una campagna di conquista dell’Occidente da parte di questo Golia dell’e-commerce capace già di generare un fatturato superiore a quello di Amazon e Ebay sommate.
Il Mondo, anche nella sua natura digitale, pare essere diviso in tre aree d’influenza. I Paesi Occidentali, ovvero l’America del Nord e l’Europa, dove i padroni incontrastati sono colossi dell’informatica come Apple, Google, Facebook, Amazon e Microsoft che a modo proprio impongono fenomenali ecosistemi fatti di servizi, contenuti, software e hardware; la Cina, mercato che ha vissuto una crescita vertiginosa e che rappresenta poco meno di un sesto della popolazione dell’intero pianeta e dove invece la fanno da padroni attori come appunto Alibaba ed i suoi più diretti concorrenti Baidu (la Google cinese) e Tencent, casa madre dell’app di messaggistica WeChat, la più diffusa al mondo assieme a Whatsapp e Line. Infine, ci sono i Paesi in via di sviluppo, come il Sud Est Asiatico, compresa l’India, e l’America Latina, dove lo scontro tra Occidente e Oriente si fa più intenso e aperto a risultati inaspettati.
Alibaba, che farà ricche anche le casse di società come Yahoo e Softbank che pur avendo una quotazione minore posseggono un discreto pacchetto di azioni a testa, avrà così a breve, tra capitali raccolti e prestiti, la concreta possibilità di allargare il proprio raggio d’azione proprio in America e in Europa, regioni viste come le principali candidate alla successiva fase di crescita dell’azienda. Crescita che non sará pianificata senza acquisizioni importanti. Nella rincorsa a creare un impero digitale in grado di competere con i big americani, gli obiettivi potrebbero essere molteplici e lo stesso CEO cinese Jack Ma non ha tardato a fare presente che tali obiettivi saranno tesi ad allargare la base di utenti, a migliorare l’offerta del cloud computing e ad aggiungere prodotti e tecnologie complementari per rafforzare ulteriormente il proprio ecosistema. Di tutto un po’ quindi e i primi rumors parlano della possibilità d’investimenti o acquisizioni di società come Yahoo, Rackspace, Akamai, Snapchat, Kik Messenger e molte altre ancora. Il capitolo acquisizioni e investimenti è d’altronde piuttosto attivo in casa Alibaba, in patria e non, con il colosso che negli ultimi mesi ha portato nel proprio raggio d’azione aziende come AutoNavi (mappe digitali e servizi di geolocalizzazione) China Vision (produzione cinematografica), UCWeb (browser multipiattaforma) e TangoMe (servizio di messaggistica e VOIP concorrente di Skype) e molti altri ancora.
Da Venerdì 19 Settembre, Alibaba sarà quotato in borsa e diventerà un poderoso concorrente che si affaccerà sui nostri mercati: è piuttosto chiaro come non abbia intenzione di risparmiare denaro ed energie per lanciare la propria sfida globale. Apple, Google, Facebook, Amazon e Microsoft sono avvisate e, seppur non facciano ancora dichiarazioni pubbliche in merito alla questione, sono certamente anche piuttosto preoccupate.