Attacchi hacker a volontà da parte di Anonymous. L’ormai famoso gruppo di hacktivisti ieri ha portato a termine il quinto attacco nel giro di sole due settimane. Il che dà un’idea su quanto si stiano dando da fare ultimamente gli appartente al “club” degli Anonymous. Vaticano, Trenitalia, Equitalia e di nuovo il Vaticano. Questi sono stati gli obiettivi che hanno preceduto quello di ieri: l’attacco al sito web di Vittorio Sgarbi.
Di seguito vi riportiamo il messaggio che gli hackers hanno lasciato sul sito web di Sgarbi, citando un magistrato famosissimo per l’ardua lotta contro la mafia che ha sempre portato avanti fino al 1992, anno in cui fu assassinato: Paolo Borsellino.
Salve Vittorio,
Come al solito hai perso un’altra occasione per tacere. Capra :>
A noi i simpatizzanti omofobi della mafia non ci piacciono affatto, e tu non ci piaci.
Onore a Paolo Borsellino, Giovanni Falcone, Aldo Moro, Antonio Ingroia, Peppino Impastato, Guido Galli, Emilio Alessandrini, Umberto Ambrosoli e a tutti coloro che combattono attivamente le mafie in italia e in tutto il mondo e a quelli caduti per la Causa.
Parole che sono state accompagnate dal nobile pensiero di Borsellino:
“Sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro; questo debito dobbiamo pagarlo gioisamente continuando la loro opera, rifiutando di trarre dal sistema mafioso anche i benefici che possiamo trarne, anche gli aiuti, le raccomandazioni, i posti di lavoro, facendo il nostro dovere; la lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e quindi della complicità; ricordo la felicità di Falcone quando in un breve periodo di entusiasmo egli mi disse: «La gente fa il tifo per noi»; e con ciò non intendeva riferirsi soltanto al conforto che l’appoggio morale della popolazione dà al lavoro del giudice, significava qualcosa di più, significava soprattutto che il nostro lavoro stava anche smuovendo le coscienze.”