Misofobia, è questo il nome che più comunemente esprime la paura (ma soprattutto il disgusto) per i batteri, per cui se sentite di essere particolarmente soggetti a questa fobia non vi consigliamo di continuare a leggere. Secondo un recente studio portato avanti dall’Università del Surrey (Regno Unito) è emerso che i nostri smartphone sono la sede di migliaia e migliaia di germi, pollini, batteri e funghi. Certo, forse non serviva una ricerca così approfondita per immaginare una cosa simile ma adesso c’è anche una conferma autorevole. Ogni giorno le mani, con cui tocchiamo il nostro adorato smartphone e i nostri vestiti, entrano in contatto con tantissimi fattori differenti che comportano l’accumulo o, addirittura, la nascita di germi e batteri sul nostro cellulare, siano essi innocui o potenzialmente rischiosi. Questo è quanto emerge dalla tesi finale curata dal Dr. Parks che ha chiesto ai suoi studenti di riporre i propri telefoni cellulari per tre giorni all’interno della Petri, recipiente di vetro o plastica che si utilizza per osservare e studiare le colture microbiologiche.


Il risultato, come già il Dr. Parks si aspettava, è stato il proliferarsi di batteri e germi di vario tipo (per lo più innocui) anche se sono state ritrovate tracce di staphylococcus aureus, batterio per lo più presente sulla cute e nella mucosa nasale, che però potrebbe portare alla nascita di bolle, secrezioni o – alla peggio – infezioni.
Le parole del Dr. Parks sono brevi e illuminanti quanto te foto:
“I telefoni portatili non ricordano solamente i numeri di telefono ma ospitano anche la storia dei nostri contatti fisici come quelli avvenuti con le altre persone, con il suolo e le altre sostanze. E’ insolito ma è un modo molto efficace per coinvolgere gli studenti con la microbiologia, spesso trascurata nella vita di tutti i giorni.”


Con il passare delle ore, il numero di batteri cresceva esponenzialmente nonostante la teca di Petri fosse stata precedentemente ben disinfettata. Ciò sta a significare che tutte le reazioni biologiche sono da attribuire solamente allo smartphone e ai batteri che ospitava su di esso prima di iniziare l’esperimento.


Le finali considerazioni del Dr. Parks ci consigliano di tenere molto alla pulizia dei nostri cellulari, anche con piccole accortezze. Una di queste potrebbe essere quella di pulire la superficie del nostro smartphone con una salvietta e del liquido disinfettante almeno una volta alla settimana e, soprattutto, lavare molto più spesso le nostre mani, principali fonti di trasmissione di germi e batteri.