Ho visto numerose persone adottare la pratica del “caricabatterie sempre attaccato“, soprattutto quando la presa di corrente è situata in un posto tutt’altro che comodo da raggiungere senza diventare contorsionisti cinesi. Ed ho sentito altrettante persone chiedermi se fare una cosa del genere avrebbe portato a consumi di corrente particolarmente notevoli.
Un discorso simile è fin troppo ampio per essere analizzato genericamente – «è il caricabatterie di un notebook, di uno smartphone o di altro? Che voltaggio ha? Quanto emette? Quale è il rendimento? E’ lineare o a switch?» – per cui ci limiteremo, almeno per il momento, ad analizzare la situazione più comune e più diffusa: il caricabatterie dello smartphone sempre attaccato senza però nessuno smartphone collegato.
Vi chiedete quindi se è buona norma tenere il caricabatterie sempre attaccato – parliamo di quello del cellulare? La risposta è no, ma come scoprirete tra breve non è una questione di consumi, che scoprirete essere quasi.. irrisori.
Sfortunatamente per calcolare con precisione questi ultimi bisogna tenere in considerazione parametri molto variabili, come il metodo di costruzione del caricabatterie e la sua componentistica interna: empiricamente un caricabatterie consuma se “diventa caldo” ma, in questo caso, vi renderete conto che se non c’è nessun telefono collegato il caricabatterie è praticamente freddo. Nessun consumo? Sbagliato: il consumo è minimo, ma c’è.
Andiamo ad analizzare un caso generico.
Piccola premessa: non sono una cima in elettronica ma ho qualche reminiscenza degli studi passati per cui non esitate, eventualmente, a dettagliare ulteriormente la cosa.
Di norma il caricabatterie di un moderno smartphone ha una potenza nominale di circa 5Wh ed un rendimento effettivo, in media, dell’80%; considerando l’energia minima richiesta e la corrente di funzionamento andiamo a calcolare la necessità di circa 14 mA e, se il caricabatterie è dotato di un led, calcoliamo più o meno 10 mA per tenerlo acceso. Numeri alla mano, il consumo totale di corrente sarebbe di circa 115 mW, ovvero approssimativamente 1000 ore (2 mesi) per arrivare a consumare 1 kWh. Annualmente ed al prezzo italiano, la spesa media per un anno di caricabatterie sempre attaccato si aggira intorno a 1.2€.


Consumi a posto ma attenti all’impianto: tenete presente che uno sbalzo di corrente potrebbe comunque danneggiare un caricabatterie in maniera irreparabile e che il lavoro “continuato” delle componenti interne, a lungo andare, potrebbe far saltare irreparabilmente qualche condensatore. Morale della favola: lo “spreco” di corrente causato da un alimentatore sempre collegato è quasi irrisorio, tuttavia l’eventuale instabilità elettrica potrebbe irrimediabilmente romperlo.
Il mio consiglio? Una bella ciabatta con interruttore on-off, magari senza led (se proprio tenete a risparmiare): potrete così tenere perennemente collegato il caricabatterie e, quando avrete finito, premere semplicemente un bottoncino per interrompere l’alimentazione.
Comodo, no?