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DVB-T2 o nuovo digitale terrestre: guida completa

Gaetano Abatemarco Nov 07, 2016

Sui giornali e nei telegiornali non si parla d’altro: sentiremo parlare molto di DVB-T2 in quest’anno e nel successivo. C’è chi lo presenterà come una rivoluzione necessaria, chi come un modo per far spendere altri soldi alla gente tra decoder, TV nuova e doppi telecomandi (per la gioia delle persone più anziane!). Ma qual è la verità dietro il DVB-T2? Nel nostro articolo vedremo cosa ha portato il DVB-T2 alla ribalta e le ripercussioni sulla nostra vita di tutti i giorni. Dovremo davvero cambiare tutti i nostri dispositivi?

DVB-T2

Le frequenze a 700 MHz

DVB-T2

La “banda 700”, compresa tra i 694 e i 790 MHz, oggi è utilizzata per le trasmissioni televisive ma è già “prenotata” per le future implementazioni in 4G e e l’innovativo 5G. La Commissione europea aveva raggiunto un accordo che prevedeva la cessione della banda 700 entro il 2020, con due anni in più o in meno di tolleranza per i singoli Paesi. In Italia tutti si convinsero che il passaggio sarebbe avvenuto nel 2022.

La Commissione chiede decisioni veloci: entro la metà del 2017 deve essere definita la strategia del passaggio e un nuovo piano nazionale delle frequenze TV, per evitare problemi alle frontiere (dove inevitabilmente i segnali si contrappongono).

Recupero delle frequenze perse per le TV

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Mentre l’UE non si preoccupa della questione TV (c’è il cavo o il satellite, le frequenze via etere vanno liberate per Internet e il mobile) in Italia il problema TV (grande polo di investimenti e informazioni) si pone ed è grande: dopo la cessione della banda 700 resterebbero in piedi solo 14 multiplex nazionali a fornire il servizio digitale terrestre. Oggi i multiplex nazionali sono 19, quindi la cessione della banda 700 farà perdere 5 multiplex al servizio televisivo. Come recuperare queste bande?

Chi perde una frequenza può essere “risarcito” utilizzando i soldi della vendita stessa della banda 700 (in Francia è stata già ceduta e sono stati ricavati oltre 3 miliardi di euro) altrimenti bisogna trovare una soluzione per far mantenere in vita tutti i canali attuali. E qui è tornato a galla il discorso DVB-T2!

DVB-T2: compressione migliore, più canali con spazio ridotto

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Visto che la cessione della banda 700 è obbligatoria e non può essere rimandata per sempre, si sta pensando ad un modo per tenere in vita tutti i canali e DVB-T2 può essere una soluzione: il nuovo protocollo permette di ridurre il consumo di banda fino al 40% mantenendo inalterati i codec ora usati, quindi sulla carta 14 multiplex potrebbero (occhio potrebbero) bastare per non far spegnere nessun canale TV. Ma c’è un problema insormontabile: DVB-T2 non è retro-compatibile con DVB-T, l’attuale standard.

Switch-off secco

Passare da DVB-T a DVB-T2 sarà un passaggio (se mai ci sarà) ancora più “brusco” del passaggio da analogico a digitale: visto che entrambi sfruttano lo stesso “spazio” ed esso è limitatissimo, lo switch-off dovrà essere istantaneo: un giorno saremo DVB-T, il giorno dopo tutti su DVB-T2! Questo porterà non pochi problemi nella realizzazione dell’infrastruttura e renderà il passaggio un’impresa titanica in Italia.

Altro dilemma: HEVC

HEVC-compression-comparison

DVB-T2 funziona bene anche con i codec attualmente utilizzati, ma è possibile risparmiare altra banda utilizzando HEVC, il nuovo codec H265 con un ottimo rapporto compressione/qualità. Integrando HEVC potrebbe davvero esserci tanta banda per poter addirittura tenere DVB-T in vita per i canali a qualità standard (per chi non vuole cambiare decoder o TV) ed integrare DVB-T2 con HEVC per 1080p e 4K.

Peccato che non è possibile sapere in anticipo come si evolverà la situazione, anche perché HEVC chiede sempre TV e decoder nuovi.

Il compromesso francese: DVB-T ma con MPEG4

Anche in Francia le TV hanno perso la banda 700, ma hanno subito rimediato con una soluzione geniale per “resistere” prima del 2022: si utilizza sempre DVB-T ma invece di MPEG2 si utilizzerà MPEG4, che offre un buon risparmio di banda ed è compatibile con tutte le TV e i decoder già diffusi, senza costringere tutti a passare a DVB-T2 (per ora). Con questa soluzione canali SD e HD sono affiancati senza alcun problema in attesa di passare con calma al DVB-T2.

DVB-T2 obbligatori da gennaio 2017

TV in vendita con DVB-T2 con HEVC diventeranno obbligatori a partire dal 1 gennaio 2017. Ipotizzando l’eventuale switch off al 2020 o come limite 2022, di certo l’adozione dei nuovi apparecchi non sarebbe completa (il tempo medio di ricambio di un TV di un italiano è di circa 8 anni) e assisteremmo ad un vero e proprio “caos” se entro tale data non si sarà trovata una soluzione definitiva. Il modello francese è una buona “toppa” per resistere fino al 2022, ma il problema è sempre lì e ci attenderà al varco se non saremo pronti. Dovremo comprare tutto nuovo entro pochi anni!

Forse è il momento di spostare la TV tutta sul satellite e di liberare le frequenze via etere per il mobile e per l’accesso ad Internet?

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