La liberalizzazione sulla vendita delle armi è un argomento delicatissimo soprattutto negli Stati in cui vige: per quanto riguarda l’Italia (e, in generale, le nazioni appartenenti all’UE), per possedere un’arma da fuoco è necessario un complicato iter burocratico per entrare in possesso del cosiddetto “Porto d’armi”, necessario per non essere perseguibili a norma di legge del possesso di una pistola, di un fucile o quant’altro.
Altrove la cosa è più complessa: prendendo ad esempio gli Stati Uniti, la vendita di armi da fuoco – quali ad esempio le pistole – è regolamentata da leggi ben più permissive, cosa che rende estremamente felici le cosiddette “lobby” ma che, ad onor del vero, è criticata e condannata da diverse associazioni.
Non è il caso di intentare processi all’intezione, d’altra parte alcuni delitti vengono spesso attribuiti alla “troppa semplicità con cui si ha accesso alle armi”. A questo proposito, Facebook ha deciso di scendere in campo proponendo alcune regolamentazioni riguardanti le pagine ed i post che promuovono la vendita di armi da fuoco.
Ogni volta che a Facebook viene segnalato un post relativo alla vendita privata di armi, sarà inoltrato un messaggio al promoter che gli ricorderà di tenere in considerazione leggi e regolamentazioni in proposito; il post sarà inoltre ristretto ad un pubblico maggiorenne.
Riceveranno un avviso simile i titolari delle pagine che riguardano la vendita di armi; anche tali pagine saranno ristrette ad un pubblico maggiorenne. Infine, saranno inibiti i post o le pagine che inducono alla vendita/acquisto di armi con fini palesemente illegali. Ad esempio, agli utenti americani non sarà possibile promuovere vendite senza verifiche preventive (background check), tantomeno vendere armi tra i vari stati senza l’intervento di un intermediario autorizzato.
Alcuni gruppi americani sono già insorti contro le nuove regolamentazioni: Chris Cox, direttore esecutivo dell’istituto NRAILA (National Rifle Association’s Institute for Legislative Actions), hanno accusato alcune società contrarie alla liberalizzazione della vendita delle armi di
aver tentato di mettere pressione a Facebook affinchè intervenisse sulle discussioni riguardanti il Secondo Ementamento sulle sue piattaforme Social Media.
Anche su Instagram sarà promossa un’app per l’educazione alla vendita di armi.