Vi abbiamo parlato del Graph Search, il motore di ricerca interno introdotto da Facebook, e vi abbiamo anche messo al corrente dell’impatto che questo ha avuto sulla social-sfera. E, adesso, è venuto il momento di parlare di ciò che è a mio avviso l’aspetto più importante: la privacy.
In un evento di oggi a Menlo Park, Mark Zuckerberg ha dichiarato che Facebook Graph è stato progettato tenendo conto della privacy dell’utente, tant’è che a coloro che possono già testare Graph Search viene mostrato un messaggio, una volta avuto accesso al social, che ricorda di rivedere le impostazioni per la privacy e chi può vedere cosa all’interno del social network.
Il meccanismo con cui il Graph Search interagirà con la privacy impostata dall’utente è semplice: un utente A può cercare soltanto ciò che gli utenti del social hanno condiviso con A stesso: in altre parole, quindi, la probabilità che due ricerche siano uguali è ridotta davvero a livelli infinitesimali. Per chiarire questo punto Facebook ha postato un video su Youtube che spiega in parole semplici come funziona Graph Search:
Ad esempio, Julia parla spagnolo ed ha condiviso su Facebook quest’informazione soltanto con i suoi amici: quindi, se qualcuno dovesse cercare tramite Graph Search “Persone che parlano Spagnolo”, Julia non apparirebbe nei risultati a meno che chi ha effettuato la ricerca non appartenga alla sua lista amici. Come la stessa Julia nota, però, alcuni casi limite apparterrebbero alle foto: se un vostro amico dovesse caricare una foto con voi e dovesse taggarvi, questa (ed il tag) resteranno disponibili secondo le impostazioni della privacy del vostro amico: se non volete ciò accada la soluzione è rimuovere il tag, oppure – se non volete che il vostro viso compaia seguendo le impostazioni per la privacy di qualcuno che non siete voi – di chiedere al vostro amico di rimuovere la foto.
In poche parole non è cambiato assolutamente nulla: Graph Search segue le impostazioni per la privacy che Facebook ha seguito fino ad ora. Nessun tutti-si-fanno-gli-affari-di-tutti all’orizzonte, quindi.