L’affare che vede protagonosti Facebook, WhatsApp e 19 miliardi di dollari ha fatto parlare di sé nelle ultime settimane: tra lamentele, entusiasmi e promesse il mondo sembra essersi abituato all’idea che, passato il tempo burocratico richiesto per terminare il deal, l’intero meccanismo di messaggistica istantanea sarà targato “F blu”.
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Tuttavia diversi gruppi per la tutela della privacy non hanno visto di buon occhio l’affare, tanto da indurre due di questi – per la precisione l’EPIC (Electronic Privacy Information Center) ed il CDD (Center for Digital Democracy) a denunciare ai federali (FTC, Federal Trade Commission) tramite un esposto ufficiale le presunte “pratiche scorrette ed ingannevoli” per gli utenti, chiedendo di bloccare l’affare finché tali problemi non saranno adeguatamente risolti.
Scendendo nel dettaglio, ciò che EPIC e DCC mirerebbero a tutelare con tale operazione è la privacy degli utenti di WhatsApp: secondo l’esposto delle due associazioni, infatti, facebook non sarebbe nuova alla violazione della privacy degli utenti grazie ad alcune modifiche nelle proprie politiche, che sarebbero tra l’altro fortemente incompatibili con la posizione “pro-privacy” che WhatsApp ha assunto fino ad ora.
A terminare il quadro, sempre secondo le due aziende molti utenti WhatsApp sarebbero contrari all’unione e, inoltre, un affare del genere andrebbe palesemente a contraddire alcuni accordi stipulati nel 2011, tra Facebook e la FTC, a tutela della privacy.
Il nostro esposto sollecita la FTC a capire se vi sono protezioni per la privacy a sufficienza per evitare che Facebook acceda ai dati degli utenti WhatsApp – il che (per molti) è il motivo che presumibilmente ha reso WhatsApp così appetibile.
Scrive la EPIC, che si è sentita rispondere da Facebook
Come abbiamo detto ripetutamente, WhatsApp opererà come un’azienda separata e onorerà i suoi impegni per la privacy e la sicurezza.
C’è da dire comunque che, nonostante l’esposto di EPIC e DCC abbia ben poco valore legale, solitamente lamentele del genere non passano inascoltate: tra i precedenti ricordiamo Google Buzz, la stessa Facebook e Microsoft Passport. D’altra parte, nonostante le lamentele da parte della EPIC, la commissione federale ha approvato in passato l’acquisizione di DoubleClick da parte di Google.
A questo punto è difficile dire se l’affare tra Facebook e WhatsApp subirà modifiche o ritardi, resta comunque interessante notare come questa storia non sia ancora finita nel dimenticatoio.