Fin dal suo lancio sulla rete, nel 1997, Google ha attraversato una rapida ascesa nel campo dell’informatica registrando, un trimestre dopo l’altro, continui record finanziari i quali hanno permesso ai vertici dell’azienda il lusso di potersi dedicare a progetti ambiziosi e futuristici. Fra auto che si guidano da sole, dirigibili per portare Internet nelle aree più remote del pianeta e accantonati progetti per il teletrasporto, appare quantomai chiara la tendenza poliedrica di Big G a lanciarsi in vari e differenti settori.
Ma il tentativo, talvolta chimerico, del CEO di Google, Larry Page, di rivoluzionare la vita sul pianeta non si ferma qui: con alle spalle il neonato progetto Google 2.0, pare che Page ed un ristretto gruppo di collaboratori vogliano affrontare delle nuove sfide che si spingano ben oltre il web advertising, a cominciare dall’idea di aeroporti e città modello.
Per questo motivo è stato inaugurato un nuovo dipartimento, Google Y, che verrà affiancato al già esistente Google X, il quale, attualmente, si occupa di ricerca in campo medico.
Non sono ancora trapelati dettagli certi sui progetti a lungo termine che questa nuova attività porta in grembo ma, dagli ultimi meeting di Google 2.0, sono emersi alcuni particolari interessanti; si è fatto riferimento alla volontà di sviluppare sistemi di tracciamento al millimetro che localizzino la posizione esatta di una persona anche indoor in modo da massimizzare il più possibile la user-experience degli utenti anche dentro gli edifici. È possibile che ci si concentri anche sui sistemi di sicurezza biometrici, grazie ai quali le vecchie e poco sicure password cadrebbero finalmente in disuso.
Come sempre non resta che attendere comunicazioni ufficiali, magari dal prossimo Google I/O; tuttavia, in tema di privacy, si divide l’opinione della rete: da una parte i timorati del Grande Fratello, i complottisti da 1984, dall’altra i maniaci del progresso con la loro nuova fede.