Da motore di ricerca a… tutto: Google col tempo è diventata sinonimo di domotica (Nest), esperimenti strani (Google X), connettività (Google Fiber) e tanti altri prodotti che non basterebbe una pagina di questo sito per elencarli. Insomma il gigante della rete e non ha usato il suo brand per qualsivoglia tipo di progetto tecnologico e non, fino a diventare praticamente ubiquo.
Da oggi, però, l’era di “quella” Google termina e l’azienda come l’abbiamo conosciuta fino ad ora è definitivamente morta: durante le scorse ore è formalmente avvenuta la trasformazione di Google in Alphabet Inc, la holding che abbraccerà tutti i progetti fino ad ora brandizzati Google.
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A capo di Alphabet, come sappiamo già da qualche tempo, ci saranno Larry Page in qualità di Amministratore Delegato e Sergey Brin nel ruolo di Presidente; oltretutto, tra le varie aziende “indipendenti” che Alphabet abbraccia c’è di fatto Google Inc., a cui restano i servizi che gli utenti amano ed usano tutti i giorni (Android, le app, la ricerca, YouTube e via dicendo) e che è ora capitanata ufficialmente da Sundar Pichai.
Detto in parole povere, per l’utente finale cambierà poco o niente: la rivoluzione vera e propria avverrà prevalentemente nell’organizzazione interna e sull’aspetto prettamente formale (ad esempio, a partire da oggi Nest è un sussidiario di Alphabet e non di Google); le azioni GOOG (quelle Comuni di classe C e quelle Capitali di classe A) smetteranno di esistere e saranno convertite in azioni Alphabet a partire dall’apertura delle borse di Lunedì.
Sarà comunque bello scoprire, con il tempo, gli effetti concreti di questa enorme modifica che sancisce, almeno sulla carta, la morte di un gigante che abbiamo imparato ad amare e odiare nel tempo.
Google è morta. Lunga vita a Google!
