Si chiama(va) Tablescape ed è stato un servizio Google in fase sperimentale che esortava gli utenti a condividere, in maniera simpatica ed inusuale, le foto di piatti e pietanze su Google+ applicando ad esse i tag più disparati: questo esperimento è durato soltanto poco poiché, soltanto qualche mese dopo, è stato chiuso senza particolari cerimonie; Google ha però promesso che
Ciò non significa che ci arrendiamo con l’argomento food photography, potreste vedere l’influenza di Tablescape nelle app future.
Questa influenza sembra essere arrivata per prima in Google Maps: stando a quanto riporta Androidpolice, infatti, Google starebbe testando una funzionalità che permette alle guide locali Map Maker di livello 3 o superiore di caricare le foodograph – le foto ritraenti cibo – sul servizio di mappe Google, in corrispondenza del luogo in cui sono state scattate. Ovviamente tali foto potranno essere visualizzate dagli utenti durante i propri giri virtuali in tali luoghi.
Un’idea piuttosto simpatica che, se andasse effettivamente in porto (i test di Google non sempre conducono a prodotti finiti), farebbe la felicità degli amanti del cosiddetto foodporn, che potrebbero voler visitare un preciso posto poiché sono stati presi… per la gola!
Questa idea però, almeno in Europa, potrebbe avere del tragicomico e condurre dritto dritto Google verso l’ennesimo scontro col Garante della Privacy: notizie piuttosto recenti hanno parlato di come la legge tedesca decreti che gli scatti fotografici sul cibo siano di proprietà non di chi li cattura ma di chi cucina il piatto, per cui esiste la probabilità che scattare foto in ristoranti possa presto diventare – in qualche modo – illegale. “La probabilità”, appunto, perché al momento la legge non sembra muoversi in tal senso.
Nota personale: Lasciatevelo dire, seguire la storia di Google e vedere come l’azienda faccia sempre più spesso cose che all’Europa danno o potrebbero dar fastidio… mi riporta alla mente scene di me e mio fratello quando, da bambini, ci facevamo i dispetti facendo di proposito cose che l’uno non sopportava dell’altro. Con questo non sto dicendo che Google agisca in questo modo, eppure notizie come questa mi strappano un gran sorriso!