Continua la nostra avventura alla scoperta degli applicativi Linux di uso più comune: oggi sarà una puntata in particolare poiché, come ci è stato chiesto in più battute, non prenderemo in esame una singola applicazione ma un intero ambiente desktop, per l’esattezza andremo ad analizzare quello che è il più leggero e contemporaneamente più flessibile esistente nell’ecosistema Linux: Xfce.
Si tratta di un ambiente desktop di fatto, estremamente scalabile, che si adatta senza troppi problemi sia alle utenze meno esigenti che a quelle più pretenziose. I punti di forza di Xfce sono due: innanzitutto si tratta di un desktop molto leggero, che non esagera con gli effetti grafici pur offrendo un buon margine di personalizzazione estetica, il che lo rende adatto sia per computer più performanti che per macchine leggermente più datate.
In secundis, ma di principale importanza, Xfce ha un enorme margine di personalizzazione: come vi abbiamo già detto (e come scoprirete da soli leggendo questa guida) si adatta un po’ a tutte le utenze e, grazie alla forte integrazione esistente tra le sue componenti ed alla possibilità di personalizzarne tramite diversi gestori grafici anche gli aspetti meno evidenti – ma spesso funzionalmente più utili, il desktop risulta flessibile e pronto a soddisfare la maggior parte dei bisogni degli utenti.
Con questa premessa possiamo partire nel nostro viaggio-guida a Xfce, che ci porterà a conoscerne gli aspetti principali, andando a fondo su quelli che sono i punti più importanti del desktop.
Per la guida seguente abbiamo utilizzato Xfce 4.8 su base Xubuntu 12.04, per cui qualche voce di menu specifica potrebbe differire leggermente rispetto alla più recente 4.10.
Il Gestore delle Impostazioni
Vi chiederete… perché mostrarlo prima ancora di mostrare la scrivania?
Semplice: la forza di Xfce è proprio lì. Dal gestore delle impostazioni (accessibile da Menu Xfce > Impostazioni > Gestore delle impostazioni) è possibile accedere praticamente a qualsiasi aspetto del desktop, dallo screensaver al gestore file, passando per il gestore delle finestre e molto altro, come potrete vedere dall’immagine in basso.
Non ci dilungheremo molto su di esso principalmente per due motivi: in primis alcune voci sono autoesplicative e non hanno bisogno di spiegazione, altre invece le incontreremo ancora sul nostro percorso – andremo ad analizzarle contestualmente agli argomenti a cui appartengono e ci arriveremo tramite piccole “Scorciatoie”.
La scrivania
La scrivania, così come si presenta immediatamente dopo un’installazione pulita, è quanto di più semplice possa esistere: vagamente somigliante a quello del compianto GNOME 2, Xfce mostra un pannello superiore – in cui saranno presenti (da sinistra a destra) per impostazione predefinita il menu, la lista delle finestre attive, il cosiddetto “vassoio di sistema” (dove saranno posizionati gli indicatori dei programmi, ad esempio wireless, bluetooth, Shutter e quant’altro), l’orologio, il selettore workspace ed il menu utente.
In basso noterete la presenza di un secondo pannello del tutto simile ad una dockbar, in cui figurano i lanciatori per alcune applicazioni (ad esempio browser e riproduttore musicale). Notate come il pannello sia leggermente più grande rispetto al superiore e, se il compositing è attivo, come questo sia trasparente per impostazione predefinita.
Una vera e propria dockbar? Assolutamente no: vi renderete conto nella sezione successiva che i due pannelli – sebbene esteticamente diversi – sono esattamente la stessa cosa e che, tra l’altro, potrete crearne quanti vorrete.
Procedendo ancora con l’esplorazione del desktop, notiamo la presenza di un pratico menu contestuale accessibile tramite click destro su un punto vuoto della scrivania:
E’ semplice intuire che, tramite questo menu, è possibile creare direttamente sul desktop sia cartelle che lanciatori per applicazioni, oltre che accedere al ricco pannello relativo alle impostazioni della scrivania (immagini in basso), che vi darà un’idea di quanto Xfce sia personalizzabile.
“Impostazioni della scrivania” è altresì raggiungibile da Gestore delle impostazioni > Aspetto.
Come noterete, anche graficamente la scrivania di Xfce è abbastanza personalizzabile: è infatti possibile definire uno sfondo o una galleria di sfondi a rotazione, un gradiente o una tinta unita, oltre che icone personalizzate e molto altro. Per le immagini è inoltre possibile regolare al volo tonalità e saturazione del colore.
Ritornando al discorso lanciatori, aggiungere un “collegamento” ad un’applicazione presente nel menu di Xfce direttamente sulla scrivania è semplicissimo: basterà trascinare l’applicazione direttamente dal menu!
I pannelli (xfce-panel)
Checché se ne dica, il vero punto nevralgico di Xfce sono proprio i pannelli – i tanto compianti pannelli che hanno lasciato l’amaro in bocca agli utenti GNOME dopo la transizione da 2 a 3.
Xfce-panel, questo l’eseguibile che denota i pannelli di Xfce, è estremamente flessibile e si adatta tranquillamente alle esigenze di ciascuno dei suoi utenti: su esso è possibile aggiungere applet o lanciatori di applicazioni, oltre che personalizzarlo in colore, orientamento e dimensioni.
Iniziamo col dire che i lanciatori (le icone “piccole” che permettono di eseguire applicazioni direttamente dal pannello) possono essere aggiunti ad esso tramite trascinamento sia dal gestore file, che dalla scrivania, che dal menu principale.
Ad esempio, per aggiungere il terminale al pannello, è possibile selezionare la voce di menu Accessori > Emulatore di terminale e trascinarla su di esso, come mostrato nel brevissimo video in basso:
Per accedere alle impostazioni complete di personalizzazione del pannello, per creare un nuovo pannello o quant’altro dovrete semplicemente fare click destro su un punto vuoto di uno qualsiasi dei pannelli e selezionare Pannello > Preferenze del pannello (o altrimenti accedere a Gestore delle impostazioni > Pannello).
Visualizzarete un pannello dedicato alle impostazioni, suddiviso in diverse schede:
La scheda Visualizzazione vi permetterà di impostare l’orientamento del pannello (se estenderlo lungo la linea orizzontale del display o quella verticale), l’eventuale blocco (il pannello non sarà trascinabile, funzionalità utile per evitare spostamenti accidentali) e la visualizzazione automatica o meno di questo.
Inoltre potrete definire da qui la dimensione in “larghezza” (in pixel) e la percentuale in lunghezza. Ad esempio, il pannello predefinito in alto ha dimensione in larghezza di 24 pixel, mentre quello in basso di 48 (ciò lo rende simile ad una dockbar).
La scheda “Aspetto” vi permetterà di definire lo stile del pannello (stile di sistema, colore a tinta unita o gradiente) e la sua opacità (più è bassa, più il pannello è trasparente). Potrete inoltre definire opacità diverse nel caso il pannello sia a fuoco (sotto il cursore del mouse) o meno. Attenzione: l’opacità del pannello funziona soltanto con il compositing attivo.
La terza ed ultima scheda, “Elementi”, vi permetterà di aggiungere, rimuovere, modificare o riordinare gli elementi sul pannello:
In particolare, potrete (seguendo i numeri dell’immagine):
- definire su quale pannello intervenire (valido anche per le schede “Visualizzazione” ed “Aspetto”);
- aggiungere un nuovo pannello;
- eliminare il pannello correntemente selezionato;
- spostare in alto o in basso un elemento del pannello corrente, dopo averlo selezionato dalla lista;
- aggiungere un nuovo elemento;
- rimuovere l’elemento selezionato;
- accedere alle impostazioni (ove possibile) dell’elemento selezionato;
- accedere alle informazioni (ove possibile) sull’elemento selezionato.
In particolare, la finestra relativa all’aggiunta di nuovi elementi (numero 5), che comprende varie applet preinstallate, separatori e avviatori (i “lanciatori” per i programmi), si presenta così:
Il menu è praticamente il punto d’inizio del desktop Xfce: in esso potrete trovare i collegamenti alle applicazioni installate sul sistema – ordinate per categorie, le voci relative alle impostazioni e quant’altro. E’ accessibile cliccando sul topolino blu posto per impostazione predefinita sul pannello superiore, a sinistra:
Il menu Xfce è completamente personalizzabile sia tramite file di configurazione, sia tramite le impostazioni del pannello in cui esso risiede: per procedere fate click destro su un punto vuoto del pannello in cui è presente il menu Xfce e selezionate Pannello > Preferenze del Pannello > Elementi > Menu delle applicazioni.
Da lì potrete personalizzare la visualizzazione degli elementi nel menu, l’icona del menu stesso ed il suo contenuto (cliccando su “Modifica Menu”).
Il gestore file (Thunar)
Il gestore che arriva con Xfce, come da titolo, risponde al nome di Thunar.
Per impostazione predefinita, Thunar presenta un comodo pannello di navigazione laterale e permette di navigare tra le varie cartelle sia col tramite meccanismo punta-e-clicca che tramite la barra di navigazione superiore. Nello screenshot in alto tale barra è in stile “Barra degli strumenti”, tuttavia è possibile modificarla – grazie al menu Visualizzazione > Selettore di percorsi – in stile “Barra degli indirizzi”, cosa che vi permetterà di inserire manualmente il percorso da raggiungere.
In perfetto stile con l’intero desktop, anche Thunar può essere stravolto e personalizzato per meglio soddisfare le esigenze dei suoi utenti (tramite la voce Modifica > Preferenze, oppure accedendo al Gestore delle impostazioni > Gestore di file).
Anche il menu contestuale di Thunar relativo a file e cartelle è altamente personalizzabile: è possibile definire azioni personalizzate per i vari tipi di file da includere nel cosiddetto “click destro”. Per farlo, da una qualsiasi delle finestre di Thunar basterà recarsi in Modifica > Imposta azioni personalizzate.
Il gestore finestre/compositor (Xfwm)
Xfwm è contemporaneamente sia il window manager che il compositor predefinito del desktop Xfce. Esattamente in linea con l’intero desktop, questo risulta estremamente personalizzabile: come è giusto sia, esso gestisce molteplici aspetti del nostro desktop – dagli spazi di lavoro alle scorciatoie da tastiera, passando per la gestione di ombre e decorazioni delle finestre.
In definitiva Xfwm è un po’ il cuore del desktop Xfce.
Xfwm dispone di ben 3 pannelli dedicati alla gestione delle (molteplici) impostazioni: il primo, xfwm-settings, permette di definire impostazioni relative alla gestione delle finestre – Xfwm come window manager; può essere raggiunto tramite il Gestore delle impostazioni alla voce Gestione Delle Finestre o tramite terminale, impartendo il comando xfwm-settings
. Esso permette di definire impostazioni quali:
- Scheda Stile: font del desktop ed impostazioni della barra del titolo (allineamento del testo e disposizione dei pulsanti);
- Scheda tastiera: le scorciatoie da tastiera;
- Scheda fuoco: le impostazioni relative alla messa a fuoco delle finestre (click o passaggio del mouse, automatica su creazione, impostazioni sul passaggio “in primo piano” delle finestre);
- Scheda avanzate: opzioni di “snapping” (ancoraggio e ridimensionamento automatico su trascinamento ai bordi, ancoraggio automatico tra finestre, spostamenti tra gli spazi di lavoro, opzioni di ridimensionamento e comportamento del doppio click sulla barra del titolo).
Il secondo, xfwm-tweak-settings, permette di definire impostazioni specifiche sulla decorazione – Xfwm come compositor; può essere raggiunto tramite il Gestore delle impostazioni alla voce Regolazioni del gestore delle finestre o tramite terminale, impartendo il comando xfwm-tweak-settings
. Esso permette di definire impostazioni quali, quali ad esempio:
- Scheda scorrimento: impostazioni varie per la navigazione tra le finestre, bordatura di queste sul trascinamento;
- Scheda fuoco: impostazioni avanzate per la messa a fuoco delle finestre;
- Scheda accessibilità: impostazioni specifiche per lo spostamento delle finestre e per le notifiche di attività;
- Scheda spazi di lavoro: impostazioni specifiche relative agli spazi di lavoro (selezione tramite rotella del mouse, memorizzazione del workspace precedente, scorrimento ordinato e scorrimento circolare);
- Scheda posizionamento: definisce le norme per il posizionamento automatico intelligente sull’apertura di nuove finestre;
- Scheda compositore: permette di attivare o disattivare il compositore stesso, definire le ombreggiature e la decorazione delle finestre.
E in ultimo, ma non di minore importanza, xfwm-workspace-settings permette di definire le impostazioni relative agli spazi di lavoro (il numero degli spazi di lavoro disponibili, il nome di ciascuno di essi e la dimensione dei bordi); può essere raggiunto tramite il Gestore delle impostazioni alla voce Spazi di lavoro o tramite terminale, impartendo il comando xfwm-workspace-settings
.
Le scorciatoie da tastiera
Nonostante sia focalizzato su pannelli e finestre, nel destkop Xfce non manca la possibilità di utilizzare e definire delle scorciatoie da tastiera. Alcune di esse arrivano in maniera predefinita e sono utilizzabili senza intervenire sulla configurazione del desktop. Quelle che personalmente reputo più utili (ed uso più spesso) sono le seguenti:
- Super (Win) + W: apre il browser web;
- Super (Win) + E: apre l’editor di testi (Leafpad);
- Super (Win) + R: apre il pannello “Trova Applicazioni” (xfce4-appfinder, immagine in basso);
- Super (Win) + T: apre il terminale (xfce4-terminal);
- Super (Win) + F: apre il gestore file (Thunar);
- Super (Win) + M: apre il client email (se installato);
- Alt+F2: apre il dialog “Esegui Programma” (xfrun, immagine in basso);
- Alt+F4: mostra il dialog “Esci” per le operazioni di chiusura/spegnimento.
In definitiva
Xfce è un desktop davvero spaventoso, con tantissime funzionalità – qualcuna nascosta, altre un po’ meno – che possono semplificare notevolmente la vita e l’esperienza d’uso degli utenti Linux.
Come si intuiva già dall’inizio, la leggerezza del desktop va ad intaccare – e non poco – sull’aspetto estetico e sugli effetti grafici, che per quanto possano essere gestiti dal compositor predefinito risultano davvero pochi. Xfce non è “brutto” da vedere, tuttavia bisogna ammettere che non è esattamente il desktop che un utente style-addict potrebbe aspettarsi.
In secondo luogo, la grande quantità di aspetti personalizzabili potrebbe mandare in confusione in un primo momento gli utenti meno pratici; è pur vero che con un minimo di pratica i problemi scompaiono, si finisce per considerare Xfce un desktop assolutamente interessante anche se, per certi versi, minimale per chi magari era abituato fin troppo bene agli effetti di Aero su Windows e a quelli di OS X.
Per chi invece cerca la “sostanza”, un desktop pulito ed essenziale, all’occorrenza personalizzabile da cima a fondo, in grado di girare sia su hardware irrisorio (512MB di RAM come requisito minimo, i PC nati con Windows XP ringrazieranno) che su hardware più recente non c’è alcun dubbio: non esiste al momento desktop più completo per GNU/Linux.