Spesso si finisce per dimenticare il filesystem in cui le partizioni del disco sono state formattate – e questo capita fin troppo spesso per le partizioni Linux (ext4, reiserfs, btrfs, f2fs…???) – e puntualmente, gestore grafico a parte, non si riesce ad identificarle come si deve usando i comandi da terminale. Questo è uno scenario che si verifica piuttosto spesso quando si interviene all’interno di un server e/o su macchine remote tramite le quali non si può intervenire con interfaccia grafica.
A tal proposito vogliamo segnalarvi qualche rapidissimo comando che permetta di identificare il filesystem dei dischi montati (che siano hard disk, chiavette USB, microSD o quant’altro) su Linux.
Come identificare il filesystem dei dischi montati su Linux
Metodo 1: il comando df
Il comando df viene solitamente utilizzato per visualizzare informazioni relative allo spazio rimasto libero sulle periferiche montate. Con qualche piccolo parametro, si può fare in modo di fargli visualizzare immediatamente le informazioni relative alla formattazione del filesystem. Per cui, se ci si trova su una distribuzione che prevede il comando sudo (Arch, Debian, Ubuntu, Mint e via discorrendo) basterà digitare
sudo df -T | awk '{print $1,$2,$NF}' | grep "^/dev"
altrimenti, se il comando sudo non è supportato, basterà digitare
su df -T | awk '{print $1,$2,$NF}' | grep "^/dev"
L’output sarà simile a questo:
/dev/sda1 ext4 / none devtmpfs /dev none tmpfs /dev/shm
Metodo 2: il comando mount.
Mount, di norma, è usato per montare una periferica di archiviazione nel sistema. Anche questo comando, se opportunamente modificato, può mostrare immediatamente il filesystem utilizzato per formattare le partizioni montate sul sistema operativo. Per cui, se ci si trova su una distribuzione che prevede il comando sudo (Arch, Debian, Ubuntu, Mint e via discorrendo) basterà digitare
sudo mount | grep "^/dev"
altrimenti, se il comando sudo non è supportato, bisognerà digitare
su mount | grep "^/dev"
L’output sarà simile a questo:
/dev/sda1 on / type ext4 (rw,errors=remount-ro,commit=0) none on /dev type devtmpfs (rw,mode=0755) none on /dev/pts type devpts (rw,noexec,nosuid,gid=5,mode=0620) none on /dev/shm type tmpfs (rw,nosuid,nodev)
Metodo 3: il file /etc/fstab
E’ in quel file che vengono specificate le partizioni da montare automaticamente nel sistema. Stamparlo a terminale, quindi, potrà in alcuni casi restituire le informazioni cercate (a meno che non si parli di filesystem virtuali come potrebbero essere /dev/pts o /dev/shm). Per cui, se ci si trova su una distribuzione che prevede il comando sudo (Arch, Debian, Ubuntu, Mint e via discorrendo) basterà digitare
sudo cat /etc/fstab
oppure, se il comando sudo non è supportato, basterà digitare
su cat /etc/fstab
L’output sarà simile a questo:
proc /proc proc nodev,noexec,nosuid 0 0 /dev/sda1 / ext4 errors=remount-ro 0 1
Ricordate che è possibile assegnare a ciascuno di questi comandi un preciso alias, ad esempio fs_montati: ciò permetterà di digitare direttamente l’alias da terminale in luogo del comando originale, con meno sforzo mnemonico. Potrete trovare una valida guida agli alias nel nostro precedente articolo:
APPROFONDIMENTO | Guida agli alias su Linux