Jolla pronta a salpare le ancore!
Sarà proprio che la regola di “tutti i nodi vengono al pettine” non sbaglia mai ed è probabilmente per questo che nelle ultime settimane sempre più movimenti si avvertono da parte di quella piccola ma agguerrita schiera di avversari che si pongono l’obiettivo di sfidare a breve giganti come Apple, Google e Microsoft, senza scordare che sarà necessario innanzitutto vedersela con un protagonista in difficoltà ma ancora vivo e vegeto come BlackBerry.
Abbiamo visto Mozilla lanciare in collaborazione con Telefònica e Deutsche Telekom i primi dispositivi basati su Firefox OS e Canonical presentare la prima versione ufficiale di Ubuntu Touch. Xiaomi dal canto suo ha pensato bene di rispondere al quesito di un sempre maggior numero di persone riguardo la sua espansione internazionale ingaggiando nient’altro che l’eroe di Android Hugo Barra, particolare che fa ben capire quale sia l’entità dell’impegno che si voglia dedicare alla prossima avventura di questa versione cinese di Apple. E mentre Samsung e Intel srotolavano i propri progetti riguardo a Tizen versione 3.0 e Lite e nuovi accordi con player importanti della tecnologia mondiale e il team di CyanogenMod rendeva disponibile il tanto chiacchierato Installer che dovrebbe aiutarlo ad espandere rapidamente la diffusione della propria custom rom a molti è forse sfuggita la presentazione, avvenuta in verità in pura assenza di fanfare, del porto di Jolla, ovvero il Jolla Harbour, l’ultimo scalo per gli sviluppatori prima di veder la propria app pubblicata su ciò che sarà il prossimo venturo Jolla Store.


Anche la piccola start up finlandese per cui si prepara a presentarsi ai mercati internazionali, ambiziosa e sicura di sè, sicura della qualità della propria tecnologia, fondata nel corpo e nello spirito di ciò che fu MeeGo, e delle proprie capacità di progettazione e design.
Abbiamo già raccontato degli importanti accordi raggiunti da Jolla con la regina della distribuzione cinese D-Phone, con la conterranea compagnia telefonica DNA e con la costola danese di Tre, accordo quest’ultimo, che fa sperare gli appassionati che la distribuzione possa avvenire in tempi brevi in altri paesi europei tra i quali l’Italia.
Tra gli appuntamenti importanti di questo piccolo gruppo di sviluppatori-artisti c’è quello di convincere altri OEM ad investire nel progetto Sailfish OS e per fare questo non è stato lasciato quasi nulla al caso. Il nuovo elegante sistema operativo presenta, a differenza di altri concorrenti, funzionalità del tutto originali e soprattutto una piena compatibilità con apps e hardware Android, il che dovrebbe appunto facilitarne la diffusione e lo sviluppo. Non hanno dimenticato ad Helsinki di aggiungere la piena capacità di poter gestire apps scritte in linguaggi tipici del web fino ad avere, ancora in fase di sperimentazione, una compatibilità totale anche con le apps che popolano il già attivo Firefox MarketPlace dell’omonimo OS.
Pur non essendo esso un produttore dedicato ad Android ho provato pochi giorni fa ad immaginare un coinvolgimento della attualmente disastrata BlackBerry nel progetto Sailfish, dovuto in larga parte alla parentela dettata dall’utilizzo estensivo del framework Qt e sono, nonostante il carattere speculativo di quel pensiero, sufficientemente convinto che tale operazione potrebbe portare benefici enormi ad entrambe le compagnie. Allo stesso modo penso che anche un’azienda seppur in crescita ma ancora lontana dall’avere un carattere proprio e definito come Sony Mobile potrebbe trarre enormi benefici dall’adozione del sistema operativo creato in Finlandia. Dal potenziale successo nel mercato attualmente più importante al mondo, ovvero quello cinese, alla possibilità di presentare un propria piattaforma unica e slegata dall’impero di Google. Sony possiede come poche altre un’ecosistema completo fatto di film e musica, di videogiochi e libri. Slegarsi da Android senza dover rinunciare a migliaia di apps potrebbe avere un impatto assolutamente positivo. La capacità di Sony di produrre gadget hi-tech di ogni sorta, poi, non farebbe altro che ampliare il raggio d’azione di questo sistema basato su Linux e non andrebbe dimenticato che una tale operazione potrebbe consentire ai giapponesi di presentare finalmente una UI all’altezza del proprio hardware essendo, secondo il mio modesto parere, la Timescape UI una skin meno attraente di quelle di Samsung o HTC o sicuramente della stessa UI stock che Google mette sui propri Nexus e Motorola.
Comunque vada l’Harbour, il porto, è stato inaugurato e tutto sembra pronto perché la barchetta Jolla (jolla in finlandese significa proprio barca) possa salpare in tempo per il Natale ed il Capodanno cinese, ovvero le date che Marc Dillon, il nostro connazionale Stefano Mosconi e gli altri “sailors” s’erano prefissati per la commercializzazione ufficiale.