Con il termine benchmark si intende un insieme di test software volti a fornire una misura – più o meno attendibile – delle prestazioni di un dispositivo per quanto riguarda diverse operazioni, come velocità di calcolo di natura grafica, gestionale ecc. La validità dei risultati tramite test benchmark è fonte di dibattiti, poiché l’interpretazione di quest’ultimi è spesso controversa e complessa. Infatti un problema che affligge queste valutazioni, soprattutto quelli condotti dai produttori, è che i programmi di test potrebbero essere scelti o costruiti in modo da privilegiare le caratteristiche dei propri prodotti.
Oggi parliamo di un nuovo benchmarking tool chiamato Penguin Mark, volto a dimostrare la potenza di Internet Explorer 10. Questo tool, rilasciato da Microsoft, mette alla prova le capacità di un browser internet usando una varietà di tecnologie come HTML5, JavaScript, CSS3 e Canvas.
Una volta iniziato il test (accessibile tramite questo link), verrete indirizzati in un nuova pagina nella quale compariranno delle animazioni ed allo stesso tempo riprodotti dei suoni. Un contatore, posto in basso alla sinistra dello schermo, mostrerà quanto il browser è veloce nell’eseguire il benchmark.
Facendo una comparativa tra i 3 più famosi web browser in circolazione, ovvero Chrome, Mozzila Firefox ed IE 10, viene fuori che quello made in Redmond surclassa letteralmente gli altri due concorrenti. Infatti i risultati ottenuti dai Chrome users oscillano tra 50 e 150 punti, mentre quelli di IE 10 superano addirittura le migliaia. Ed a nulla serve utilizzare Firefox o anche Opera: IE 10 stravince sempre.
Dunque, sorge spontaneo porsi una domanda: se, come ben sappiamo, l’accelerazione hardware è supportata da tutti e tre i web browser, perché IE10 si rivela molto più veloce nell’eseguire questo test? Forse c’è qualche caratteristica specifica che gli altri due non supportano? Mera campagna pubblicitaria o effettivamente IE 10 è più veloce dei concorrenti? Non vogliamo gettare ombre sull’operato dell’azienda fondata da Bill Gates, ma il dubbio è quantomeno lecito.
A voi la scelta.