Internet è una cosa bella, e questo è un dato di fatto. Ma Internet ha bisogno di infrastrutture di base per esistere e queste infrastrutture, che lo si voglia o no, prevedono sia il monitoraggio che l’intervento da parte di esseri umani, in particolare dei gestori dei servizi.
In tanti sembrano non preoccuparsi di questo dato di fatto, che intrinsecamente fa parte della natura di Internet, ma secondo una statistica di Mozilla redatta in base ad una ricerca precedente al progetto Polaris una buona parte degli italiani si porrebbe il problema: secondo i dati, infatti, più della metà degli internauti italiani – per l’esattezza il 68% – è preoccupato che le società Internet sappiano troppo su di loro.
L’idea che ci sia qualcuno “dall’altro lato” ad osservare – spesso passivamente – l’attività online degli utenti fa leva sul senso di pudore e sulla natura di ciò che si fa su Internet: quasi metà degli utenti intervistati – parliamo del 48% – ha dichiarato di aver compiuto delle azioni in rete che vorrebbe dimenticare di aver fatto, in particolare 1 italiano su 4 (il 24%) vorrebbe dimenticare di aver visitato un sito per soli adulti.
Lasciando da parte per un attimo la natura marpioncella degli internauti nostrani, Mozilla ha notato che una buona parte di costoro è seriamente preoccupata anche per la diffusione dei propri dati personali: oltre il 68% degli intervistati ha infatti la sensazione che i dati personali (numero di telefono, codice fiscale, carta di credito…) sul web siano meno riservati oggi rispetto ad un anno fa.
Inoltre, si sta diffondendo un sentimento di sfiducia riguardo all’esterno: più della metà degli italiani (54%) teme che il proprio diritto alla privacy non venga rispettato dalle aziende operanti su Internet (ad esempio le aziende di advertising). Per finire, l’indagine di Mozilla ha reso pubblici anche i criteri di scelta che gli italiani applicano ad un browser:
- l’82% cerca la velocità;
- il 78% cerca la sicurezza;
- il 69% cerca la semplicità d’uso.
Uno specchio sicuramente interessante su come gli italiani approcciano ad Internet e alle innumerevoli informazioni che – in maniera consapevole o meno – rilasciano ogni giorno.