Mediatek ha concluso un ottimo 2014 e per il nuovo anno sembrano esserci tutte le intenzioni per migliorare ancora. Stavolta gli occhi sono puntati sui weareable, device che adottano una tecnologia di ultima generazione che li rende abbastanza piccoli da poter essere “indossati” come bracciali, orologi e perfino anelli. Certo non sono esuli da alcune imperfezioni ma Mediatek ha lavorato per rivalutare la linea degli Android Wear con il MT-2610, processore dalle caratteristiche davvero interessanti.
Il chip in questione è un dual-core ARM Cortex-A7 che lavora ad una frequenza di 1.2 Ghz, con una GPU Mali-400MP con supporto a risoluzioni qHD. Se si pensa, però, ai SoC attualmente utilizzati su questi dispositivi (il più utilizzato è il Qualcomm Snapdragon 400 quad-core) sembrerebbe che il chip non basti a gestire con scioltezza tutte le funzionalità degli Android Wear. Al contrario, il processore sembra lavorare senza impuntamenti, regalando un’esperienza di fluidità all’utilizzo del device, accompagnandola con un buon rendering grafico. Il vero punto di forza, inoltre, è il consumo. Prestazioni abbastanza ridotte si traducono in un più basso consumo energetico, forse uno dei punti deboli più fastidiosi dei wereable che, in media, consumano un ciclo di carica in meno di una settimana.
Mediatek MT2601 è un processore più piccolo, meno potente, meno costoso da realizzare e con il 41.5% in meno dei componenti rispetto alla concorrenza. Testimonianza di questo ottimo risultato ottenuto è il prototipo di uno smartwatch, presentato dalla compagnia taiwanese al CES 2015, con un display da 1.6″ (240 X 2040) di cui vi alleghiamo le foto di seguito. Il device funziona perfettamente ed è studiato per l’integrazione con Android Wear e per mostrare come il processore possa lavorare su molti moduli: non manca di importanti caratteristiche come accelerometro, giroscopio, sensore per i battiti cardiaci e addirittura una fotocamera.
Le impressioni finali sono dunque positive perché questo SoC potrà potenzialmente battere la concorrenza ed instaurarsi come scelta standard per i dispositivi Android Wear e non solo, eppure, il 2015 è solamente iniziato.