Di programmi per il partizionamento in ambiente Linux ne esistono diversi: dall’apparentemente ostico fdisk al clicca-e-punta gparted, questi offrono numerose opzioni per la gestione di dischi e partizioni, e nella maggior parte dei casi funzionano egregiamente.
Certamente il programma più flessibile in assoluto ed utilizzabile davvero in qualsiasi ambito – poiché non richiede librerie grafiche, anzi, è completamente CLI-based (a linea di comando) – è fdisk, d’altra parte a primo impatto può sembrare abbastanza ostico, con il rischio che l’utente commetta un errore. Basti pensare che, per avere le modifiche correnti sotto gli occhi, bisogna ri-stampare a video ogni volta la lista delle partizioni.
Si potrebbe pensare ad utilizzare Gparted, tuttavia la cosa sarebbe alquanto difficile nel caso intervenissimo su un sistema operativo da remoto oppure non avessimo a disposizione un server grafico funzionante sul nostro computer.
Cfdisk è, invece. una sorta di “via di mezzo”: grazie alle librerie ncurses può essere tranquillamente eseguito da linea di comando, tuttavia permette di avere sott’occhio una panoramica grafica delle modifiche che si vanno ad effettuare, aiutando così l’utente in un compito così ingrato quale quello del ripartizionamento può essere.
ATTENZIONE: utilizzare cfdisk, come d’altronde ogni programma di partizionamento, può portare alla perdita totale dei dati su disco. Procedete con molta cautela e, per sicurezza, effettuate un backup dei dati importanti. Tenete inoltre ben presente che l’operazione di scrittura su disco NON è reversibile.
Cfdisk: partizionare l’hard disk da terminale
Per prima cosa cerchiamo di capire l’identificatore del nostro disco, se non lo conosciamo già. Basterà digitare da terminale il comando
sudo lshw -class disk
e, dopo qualche secondo, vi apparirà in output qualcosa del tutto simile a questa:
Come è semplice intuire, i nomi logici dei due dischi installati sul sistema sono /dev/sda e /dev/sdb. Identificate il disco sul quale intendete lavorare – in questo esempio lavoreremo su /dev/sda – dopodiché avviate cfdisk, con il comando
sudo cfdisk /dev/sda
Potrete selezionare la partizione che vi interessa tramite le frecce direzionali “Su” e “Giù” della tastiera, mentre potrete navigare attraverso le voci in basso grazie alle frecce “Destra e Sinistra”. Per confermare una scelta basterà battere sul tasto “Invio”. Le opzioni – analoghe a quelle del “collega” fdisk – sono le seguenti:
- Avviabile: vi permette di aggiungere alla partizione selezionata il flag “boot”, ovvero di renderla d’avvio;
- Elimina: vi permette di eliminare la partizione selezionata;
- Guida: mostra la guida di cfdisk;
- Massimi. (zza): permette di ridurre al minimo lo spazio tra una partizione e l’altra;
- Stampa: mostra a video la tabella delle partizioni corrente;
- Esci: esce dal programma senza salvare le modifiche ai dischi;
- Tipo: permette di impostare il filesystem da usare per la partizione – sarà visualizzata una lista dei filesystem disponibili e, al termine, vi sarà chiesto di inserire il codice numerico corrispondente al filesystem scelto;
- Unità: modifica l’unità di misura con cui lo spazio viene mostrato (MB, Cilindri, Settori);
- Scrivi: scrive la tabella delle partizioni sul disco (operazione NON reversibile).
- Nuova: vi permette di creare una nuova partizione nello spazio libero selezionato.
In caso di errori, potrete uscire dal programma in qualsiasi momento senza che le modifiche vengano scritte sul disco selezionando “Esci”; allo stesso modo, una volta completate le vostre modifiche, potrete salvare tutto e scrivere la nuova tavola delle partizioni selezionando “Scrivi”.
Ricordo ancora una volta che l’operazione di scrittura non è reversibile e che potrebbe portare alla perdita irrimediabile dei dati su disco. Vi consiglio di procedere con la massima attenzione e di controllare più volte la bontà delle modifiche applicate.
In definitiva cfdisk è un tool che trovo utilissimo sia per la sua flessibilità (può essere utilizzato anche da remoto in quanto richiede le ncurses e non sofisticate librerie grafiche) sia per la sua completezza (offre tutte le opzioni disponibili in fdisk ma ne elimina la necessità di inserirle manualmente, arginando e non poco la possibilità di errori).