Gli anglofoni la chiamano robocall, noi la definiamo chiamata automatica, ma in entrambi i casi la prima cosa che viene in mente è della sana, fastidiosa pubblicità. Si, perché come ogni soluzione intelligente a problemi comuni – ad esempio, alcuni fornitori le usano per notificare la prossima interruzione di fornitura del servizio, mancati pagamenti e via discorrendo – anche le robocalls sono state sfruttate fino all’osso dalle agenzie di marketing per scocciare – letteralmente – i clienti ad orari piuttosto improbabili proponendo offerte e promozioni altrettanto strambe.
E’ esattamente questo il motivo che ha portato numerosissimi clienti di PayPal ed altrettante associazioni a storcere il naso in occasione del rinnovamento dei termini di utilizzo, che andranno in vigore a fine Luglio quando la scissione tra il sistema di pagamenti ed il portale eBay sarà formalizzata: si leggeva chiaramente che restare clienti PayPal autorizzava l’azienda ad effettuare chiamate automatiche ed inviare messaggi di testo automatici ai propri iscritti.
Domanda esplicita: vuoi vedere che PayPal si è autorizzata da sola ad effettuare robocalls ed inviare SMS pubblicitari a qualsiasi ora del giorno e della notte, diventando di fatto un vettore di spam? Ebbene la risposta è negativa e lo si legge da una revisione dei ToS di PayPal, risalente a poche ore fa: nonostante la sostanza resti la stessa, la nuova forma esplicita le situazioni in cui PayPal è autorizzata (e soprattutto quelle in cui NON lo è) ad effettuare chiamate automatizzate.
Sintetizzando in poche parole, PayPal effettuerà robocall soltanto nella necessità di recuperare crediti, notificare all’utente attività sospette o mettere in atto meccanismi anti-frode a danno o in favore dell’utente. Nessuna chiamata automatica sarà ai fini di marketing, a meno che l’utente non ne dia esplicito consenso – consenso NON necessario per usufruire del servizio e che, in tutti i casi, può essere revocato in qualsiasi momento.
Un sospiro di sollievo per coloro che stavano già pensando se rinunciare al servizio e stare tranquilli, oppure continuare ad usarlo diventando potenziali vittime di spam, oltre che una mossa – quella di PayPal – che tiene buone associazioni dei consumatori, enti regolatori e qualsiasi altra figura potesse diventare col tempo fonte di problemi seri.