«Ci sono cose che non si possono comprare, per tutto il resto c’è MasterCard» recitava una serie di vecchi spot risalenti a qualche anno addietro; «Ci sono cose che Internet non può sapere, per tutto il resto ci sono Google e compagnia», potrebbe recitare lo spot educativo del ventunesimo secolo. Soprattutto quando si parla della propria salute.
Sfortunatamente questo concetto non è chiaro a tutti, anzi: i motori di ricerca oggi sono diventati consulenti psicologici, avvocati divorzisti, migliori amici e… medici. Si, purtroppo in tanti anni ho visto persone – tante persone – improvvisarsi medici e sparare a zero diagnosi su sé stessi o su altri, con la scusante di «averne letto su quel forum di dottori» o, peggio ancora, «su Wikipedia».
![I pericoli di Internet: le diagnosi mediche 'fai-da-te' [Editoriale] 1 Quell'avviso non è lì a caso!](https://www.chimerarevo.com/wp-content/uploads/2014/12/Selezione_0141-600x279.jpg)
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Piccola premessa: non condanno l’uso di Internet per scoprire cose che non conosciamo poiché, a mio avviso, è il primo “compito” che la rete deve assolvere; tuttavia ciò che apprendiamo – almeno in campo medico – deve restare un’informazione sui fatti e non uno spunto per costruire o costruirsi diagnosi. Capiamone qualcosa in più.
Ho mal di testa: è un tumore?
Parlare dei vostri sintomi a Google o a qualsiasi altro “sostituto” – che sia DuckDuckGo, Bing, Yahoo! o chi altri – sicuramente non risolverà il vostro problema, anzi: chiedere ad un motore di ricerca perché avete mal di testa o quali potrebbero essere le cause di questo o di quel sintomo che percepite potrebbe essere controproducente. Vi aiuto con un esempio: spulciando in Internet proprio per scrivere questo articolo, ho scoperto che una delle paure più grandi di chi soffre di emicrania è quella di avere un tumore localizzato, e purtroppo di ipotesi del genere forum e spazi di discussione sono davvero pieni.
Basta davvero poco per immaginare che le cause di un’emicrania possono essere le più disparate, da disturbi di natura oculistica (miopia non alleviata, astigmatismo, presbiopia) a problemi mentali, senza poi menzionare i disturbi dell’equilibrio causati da otiti mal curate o infezioni del genere, le sinusiti e quant’altro. Ed è chiaro che la prima cosa da fare, in caso di sintomi insistenti, è quella di consultare il proprio medico e non riempirsi la testa di paure – spesso infondate – e trip mentali della peggior specie.
Niente ipocondria né allarmismi, quindi, ma la certezza matematica che a poter esprimersi in merito è un medico in carne ed ossa, che possa analizzare tutti i vostri sintomi e rapportarli alla vostra storia clinica. Non Google, che vi considera (giustamente) nulla più nulla meno di un identificativo da associare alla rete AdMob/AdSense/Doubleclick o quel che è.
Tachicardia: sarà solo ansia…
Se vale il discorso niente allarmismi, parallelamente vale anche il discorso niente lascivismo: il fatto che Google ed i suoi fratelli additino la vostra tachicardia persistente come un semplice disturbo d’ansia non assicura che questa lo sia effettivamente. Ad esempio potreste avere davvero qualche serio problema di stress ma anche qualche piccolo problema circolatorio, la digestione difficoltosa o addirittura un problema associato alla tiroide.
E questo non può assicurarlo nessun altro se non il vostro medico, che provvederà in caso di sintomi ripetuti a prescrivervi le analisi ed i test del caso e a costruire una diagnosi insieme a voi. Non lasciatevi abbindolare, quindi, dalla semplicità della soluzione offerta da un motore di ricerca: dietro il vostro sintomo potrebbe esserci una causa ben più grave. Come potrebbe non esserci, ma ancora una volta questo può dirlo soltanto il vostro medico, che conosce la vostra storia clinica e/o col quale potrete avere un dialogo.
Tenetelo ben presente.
Ma quella dieta per deaBellixima9321 ha funzionato!
Allontanandoci dalla diagnosi e dagli inutili allarmismi o lascivismi, parliamo ora di quando Internet si sostituisce – o meglio, quando si permette alla rete di sostituire – al medico offrendo cure di qualsiasi specie e natura: i forum di discussione più o meno generici, come quelli specializzati, ne sono pieni zeppi. E non sempre è una cosa buona.
Vi racconto una storia vera:
Tanti tanti anni fa c’era una ragazza che, disperata a causa del suo aspetto fisico, nel pieno dell’adolescenza e del suo sviluppo decise di seguire una dieta trovata su Internet e che, in effetti, era stata prescritta da un medico a chi ne aveva parlato, coadiuvata da diversi integratori alimentari di natura chimica e da accorgimenti che sembravano piuttosto strani. Effettivamente quella dieta e quell’atteggiamento alimentare funzionarono, tuttavia la cosa fu assolutamente temporanea.
Senza scendere nei dettagli quella ragazza iniziò a non stare bene e le analisi del caso rivelarono diverse mancanze: lei fu costretta a seguire un regime alimentare ben preciso per ripristinare il tutto e, purtroppo, riprese il peso perso e anche qualcosina in più. Intenzionata a riperdere peso, quella ragazza – con qualche anno in più sulle spalle – decise di rivolgersi ad uno specialista che, conosciuta la sua storia e dopo averla studiata attentamente, le fece presente un’amara verità: il metabolismo era stato rovinato dai tentativi precedenti e ci sarebbero voluti mesi, se non anni, a riprendere un’attività metabolica quantomeno decente e ricominciare a perdere peso in modo “sano”.
Quindi, per carità, ficcatevi bene in testa una cosa: ciò che va bene ad esempio per me – che sia una dieta, un integratore chimico, un medicinale, una maledetta Aulin o qualsiasi altra cosa – potrebbe non andare bene per voi, e questo Internet non lo sa. Il corpo umano è una macchina tanto perfetta quanto delicata ed ognuno di noi ha bisogno di “aiuti” diversi per raggiungere il risultato sperato, che sia farsi passare un raffreddore oppure perdere 20 Kg di sovrappeso.
Non dimenticatelo mai.
Sul forum hanno detto che quelle compresse sono efficaci.
Anche in questo caso vale il monito precedente, ma con qualche accorgimento in più: state attenti a ciò che su Internet viene suggerito per curare questa o quella cosa perché, nel 99.9% dei casi, si tratta di agenti chimici che potrebbero dare problemi con il vostro fisico o la vostra situazione clinica. Vi faccio un esempio che può esprimere bene questo concetto: siete donne ed assumete una compressa anticoncezionale per il controllo delle gravidanze, e fin qui nulla di male.
Un bel giorno cadete vittima di un’influenza pazzesca e, senza pensarci due volte, vi attaccate ad Internet – pur di evitare di andare dal medico – e cercate un rimedio a quelli che sono i vostri sintomi. Da qualche parte leggete che l’antinfiammatorio X è particolarmente efficace e non richiede prescrizione, per cui sguinzagliate chi di dovere in farmacia e vi fate recapitare fino a casa la vostra bella scatola fiammante di compresse.
Senza pensarci due volte seguite i consigli di quella pagina internet ed iniziate ad assumerla ad esempio ogni quattro ore: effettivamente l’influenza sembra calmarsi, tuttavia il principio attivo di quell’antinfiammatorio va ad annullare l’efficacia del contraccettivo che state assumendo, e voi non lo sapevate. Non devo essere io a spiegarvi le conseguenze.
E questo è soltanto un caso: potrebbe anche capitare che voi siate allergici a quel particolare principio attivo, rischiando quindi di finire al pronto soccorso, o che la vostra situazione clinica pregressa lo renda totalmente controindicato.
Ancora una volta: ciò che può andar bene per me potrebbe non essere buono per voi. E Internet non lo sa.
In conclusione: sfiducia totale?
Anche questa volta non si tratta di sfiducia ma di consapevolezza, in particolare della vostra capacità di usare Internet: se cercate un rimedio naturale per il raffreddore e su Internet è suggerito di fare un suffumigio a base di acqua bollente fatelo pure, al massimo potreste fare una sudata; o ancora, se vi viene suggerito per il mal di gola di prendere latte e miele – a meno che non siate intolleranti al lattosio – non pensateci due volte.
Ma quando invece su Internet trovate suggerimenti di medicinali o diagnosi basate su questo o quel sintomo… allora diffidate: nessuno potrà aiutarvi in tal senso se non un medico, che vi conosce e può curarvi o indirizzarvi verso eventuali test a cui sottoporvi. Non Internet. Se volete sapere cosa è quella “lombosciatalgia” di cui avete sentito parlare alla televisione sentitevi liberi di usare Wikipedia, ma non affidatevi a forum o siti web per curare la vostra.
A cercare cure e diagnosi in rete non si cava un ragno dal buco.
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