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Portatile bollente: la colpa è sempre dell’hardware? [Editoriale]

Gaetano Abatemarco Dic 14, 2014

Il portatile-tostapane: un problema sempre in agguato e che, a meno di ricorrere a basi di raffreddamento esterne o – ove possibile – ad impianti di raffreddamento particolari, miete decine e decine di vittime (quasi) inconsapevoli ogni mese.

Il manuale del buon tecnico dice di smontare il notebook in tanti piccoli pezzi con particolare zelo ed attenzione, di controllare la bontà delle componenti interne, di dare una bella soffiata di aria compressa su di essi – specie nel dissipatore – e di rimontare accuratamente stando bene attenti a rimettere tutto (cavi e componenti precedentemente scollegate) al posto giusto. 

E… se il problema non fosse quello?

Vi racconto la storia realmente accaduta di un portatile bollente.

Il notebook che “scotta” – Tratto da una storia vera

Mi arriva in assistenza un notebook in discrete condizioni, per la precisione un HP Pavilion dv6 con annessa una diagnosi tipo: “Mi hanno regalato questo PC di seconda mano, l’ex proprietario non lo usava. Mi ha dato anche la base. Nell’ultima settimana si fa particolarmente bollente, poi si spegne. Non riuscivo a tenerlo acceso per più di 10 minuti. Poi ha iniziato a non partire più neanche Windows, l’ho portato a $tecnico_forse_specializzato perché tu non eri disponibile, mi ha detto che il surriscaldamento aveva compromesso il disco e che doveva cambiare sia quello che alcuni pezzi dentro. Me lo sono ripreso.”

Confesso di aver inizialmente malignato perché si trattava di uno Hewlett (azienda tendenzialmente nota per le pessime condizioni di raffreddamento con cui rilascia alcuni dei suoi dispositivi), tuttavia il fatto di avere problemi di overheating nonostante la base di raffreddamento mi ha insospettita e non poco. In tutti i casi l’ho smontato, pulito e rimesso in sesto.

Portatile bollente

Per non tirarvela per le lunghe, riesco ad accedere all’EFI BIOS e a far partire i tool di diagnostica HP. Già da qui è semplice comprendere che il disco non è compromesso, portare avanti i test mi ha dato ragione.

Dopo 10 minuti, il computer ha raggiunto la temperatura critica e s’è spento. Come ulteriore prova prendo una chiavetta con preinstallato Linux (Tiny Core), avvio il sistema e… il disco viene riconosciuto meravigliosamente, tuttavia ho notato qualcosa che non andava: questo era partizionato in modo un po’ “strano” (ed era rigorosamente in MBR), con un Windows 7 che puntava ad una partizione ormai inesistente ed un Windows 8.1 che usciva da chissà dove. Reinstallo il bootloader, riavvio il computer, avvio Windows 8.1.

Il tempo di trasferire un tool di diagnostica e di vedere la temperatura interna schizzare da 60 a 95 gradi in meno di un minuto… ed il notebook mi si spegne di nuovo. Lascio di nuovo raffreddare il tostapane, lo riaccendo e noto con immenso dispiacere che tutti i driver installati in Windows 8.1 sono di proprietà “Microsoft”, in particolare quelli del chipset della scheda madre e della scheda video (pariamo di una Mobility Radeon).

Noto che, avendo sovrascritto il boot record iniziale, ormai era impossibile avviare i tool di diagnostica direttamente dal boot screen. Inoltre ero in grado di avviare Windows 7 in cui, anche stavolta, non era installato nessun driver proprietario. E con nessuno intendo davvero nessuno.

A questo punto mi sono posta 3 domande:

  • Chi ha cambiato la tavola delle partizioni da GPT (come era giusto fosse) ad MBR?
  • Chi ha installato Windows 8.1 in quel modo barbaro?
  • Perché c’era un Windows 7 che esisteva ma non puntava a nulla, e perché ora funziona?

E così… mi sono attaccata al telefono ed ho chiamato il proprietario dello sfortunato notebook:

– J: Scusa, ma chi ha eseguito l’aggiornamento a Windows 8.1?
– CL (*): Non saprei, mi è stato dato già così, il vecchio proprietario mi aveva detto che hanno cambiato sistema, perché già si trovava che doveva cambiare un pezzo dentro, mi ha raccontato che…
– J: Okok, non è importante. Hai dati importanti su questa macchina?
– CL: No, assolutamente nulla. Mia moglie lo usa per navigare e per ascoltare la radio.
– J: Quindi se elimino tutto e rimetto il suo sistema operativo originale non creo un danno? Sei sicuro che non ci sono dati da salvare?
– CL: Nono, procedi. Non ci sono problemi, fai ciò che devi.
– J: Ti hanno dato mica qualche disco insieme al computer?
– CL: no, nulla.

*Ho ereditato l’espressione CL direttamente da Davide Bianchi. 

Dopo questa conversazione si sono materializzate le risposte che cercavo:

  • La tavola delle partizioni era stata cambiata da un $presunto_tecnico_sconosciuto.
  • Lo stesso che ha installato Windows 8.1.
  • E lo stesso che ha lasciato la partizione dedicata a Windows 7, che ovviamente prima della reinstallazione del MBR era inavviabile (visto il passaggio di PT). Il come abbia fatto ad essere sopravvissuta… resta semplicemente un mistero.

Un bel nulla osta per riportare la macchina allo stato di fabbrica era quello che mi ci voleva visto il pochissimo tempo a disposizione ma… senza DVD di ripristino?

Prevedendo di dover usare uno dei trucchetti molto poco morali che uso di solito, ho avviato di nuovo il notebook su Windows 7 e constatato, come prevedevo, che dei tool HP non ve ne era traccia.

Il fatto è semplice: Start > Pannello di controllo > Strumenti di amministrazione > Gestione Disco > Marca come “Attiva” la partizione Recovery, così il computer (si spera) partirà direttamente con le opzioni di ripristino (lo screen in basso viene direttamente da quel computer).

Portatile bollente

Così è stato. E, attenzione, il computer non è mai più entrato in temperatura critica.

Dopo mezz’ora scarsa il PC era di nuovo fiammante alle sue impostazioni di fabbrica. Vi confesso che non ho guardato come fosse stata ricreata la partition table, a quel punto non mi interessava, ma la prima cosa che ho fatto è stato accenderlo con il suo bel Windows 7 Home Premium e piazzarci su la mia chiavetta USB di diagnostica.

I tempi in cui la ventola sembrava un aereo in decollo erano ormai lontani, le mie orecchie non mentono. Per di più ho tenuto in monitoraggio la temperatura alternando periodi di “stress” e periodi di quiete sul sistema per circa 4 ore: non mi ha mai, e dico mai, superato i 70 gradi.

Un’ora fa ho restituito il computer al legittimo proprietario, raccomandandomi di tenerlo comunque sulla sua base (eh già, parliamo comunque di un HP che di per sé non sarà mai un ghiacciolo)… ma che non avrebbe più dovuto temere un’ustione di secondo grado alle dita.

Quindi, cara Jessica, il perché del portatile bollente?

Due parole: driver e disco.

Vi ho accennato nella storia che né in Windows 7 né in Windows 8.1 erano presenti i driver delle varie periferiche: se è possibile tralasciare quelli, che ne so, della scheda Wireless, o del Bluetooth, o della webcam… è di fondamentale importanza, soprattutto se si tratta di un notebook e se siamo su piattaforma Windows, installare i driver proprietari di scheda madre (chipset) e di scheda video.

Queste due componenti hardware giocano – ovviamente – un ruolo chiave nella dissipazione del calore: mettere sotto sforzo il processore (e parlavamo di un quad-core, attenzione) senza un driver corretto che ne coordini il lavoro si traduce sia in un calo prestazionale, sia in aumento del surriscaldamento. In altre parole: in un portatile bollente.

driver windows

Ed un discorso identico può essere fatto anche per l’unità grafica (la scheda video, insomma) che spesso, soprattutto nei notebook, non dispone di un impianto di raffreddamento a sé. Gestirne male il lavoro per colpa dei driver sbagliati, metterla sotto sforzo e quindi farla riscaldare ancora di più non è sicuramente un toccasana.

Poi il disco (rigorosamente meccanico), che non solo faceva salti mortali per raggiungere un funzionamento decente ma ha purtroppo subito le conseguenze del surriscaldamento, sembrando a primo impatto praticamente corrotto (ho il sospetto che l’MBR sia saltato proprio a causa di un’interruzione dovuta a temperatura critica, ma non ne sono sicura).

Riassumendo, la causa del “portatile bollente” non sempre è da ricondursi all’hardware ma può essere anche conseguenza di una cattiva installazione dei driver di periferica. Cosa che, visti lo spazio ristretto e la conseguente dissipazione limitata del calore, può danneggiare (ed anche in maniera seria) il vostro notebook.

Quindi, se avete già smontato e pulito il vostro notebook e continuate a notare un surriscaldamento, date un occhio ai driver. Potreste non pentirvene! 

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