Sembra paradossale come il prezzo pattuito per il Nexus 6 (di ben 649 e 699 dollari a seconda se parliamo della variante da 32 GB o 64 GB), ben più alto dei suoi predecessori, possa addirittura portare ad un incremento delle vendite ed ad una maggiore diffusione. Eppure Hiroshi Lockheimer, vicepresidente dell‘ingegneria Android, intervistato da CNET sottolinea come la scelta di un prezzo standard – ovvero di un prezzo comune alla concorrenza – ha aiutato Google a stipulare accordi con i più importanti operatori telefonici statunitensi. Così facendo è possibile vendere il nuovo Google-phone a soli 199$ grazie alla stipulazione di un contratto con uno di quegli operatori.
“Stiamo vendendo Nexus 6 nel modo con cui la maggioranza delle persone è solita acquistare. I fan Nexus tengono conto del prezzo del dispositivo sbloccato ma, al di fuori di questa cerchia, pagare 350 dollari in anticipo è un concetto estraneo.“
Se le previsioni fossero esatte, allora il Nexus 6 sarebbe il primo smartphone della Google a venire commercializzato su vasta scala potendo ambire, quindi, ad un notevole incremento delle vendite.
Di certo, sebbene il prezzo in questione sia più alto di quanto i fan della Google-Experience si aspettassero, c’è da dire che la concorrenza per uno smartphone dalle stesse caratteristiche offre prezzi ben più salati, come iPhone 6 Plus (749$ e 299$ con contratto) o Galaxy note 4 (700$ e 300$ con contratto).
Lockheimer rassicura poi che la strategia adottata da Big G per il Nexus 6 non è per forza l’unica che che verrà adottata per i futuri Google-Phone:
“Non trarrei alcuna conclusione da ciò che stiamo facendo quest’anno. Ogni anno facciamo cose diverse“.
Una strategia di marketing del genere potrebbe senz’altro portare ad ottimi risultati, ma quale strategia verrà applicata negli altri paesi all’infuori degli USA? Non rimane che attendere l’inizio delle prevendite anche in Italia per saperne di più.