C’è stato un periodo – ed in realtà c’è ancora – in cui per qualsiasi fascia di mercato c’era uno smartphone Samsung ad aspettare di essere acquistato: dalla fascia elite (Samsung Galaxy S5) alla fascia entry-level (Galaxy Ace, Galaxy Young e via discorrendo), il big coreano era in grado di competere con la concorrenza grazie ai numerosi dispositivi in commercio.
Eppure, vista l’ascesa dei cinesi con i loro prezzi ultra-modici e le loro prestazioni superiori (leggasi: OnePlus e Oppo) e di smartphone concorrenti di fascia medio-bassa sempre più ottimizzati e prestanti (leggasi: Motorola), questa strategia sembra non voler più pagare ed i risultati si vedono: lo scorso trimestre, infatti, il resoconto fiscale di Samsung è stato a dir poco deludente (circa -74% di profitti), complici gli avvenimenti sovracitati e le scarse vendite del Samsung Galaxy S5. Le previsioni riguardo il trimestre attualmente in corso, tra le altre cose, non sono migliori.
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Che il Galaxy Note 4 cambi o meno la situazione, Samsung ha deciso di effettuare un cambio di tendenza e di diminuire bruscamente la produzione di nuovi modelli: a confermarlo è Robert Yi, responsabile delle relazioni con gli investitori, parlando di una diminuzione dei modelli venduti dal big coreano variabile tra il 25% ed il 30%.
Gli i modelli di smartphone Samsung che si vedranno sugli scaffali e tra le pagine degli store online subiranno quindi un bel calo: non è ancora chiaro quanti e quali modelli riguarderà il cambio di strategia, è comunque semplice immaginare che il “taglio” riguarderà prevalentemente la fascia entry-level e medio-bassa del mercato. L’obiettivo è facilmente comprensibile: abbassare i costi di produzione concentrandosi su “pochi” smartphone ma buoni, così da poter tenere alta la competizione grazie a prezzi più concorrenziali.
Sarà la strategia giusta?