I moderni utilizzatori di smartphone, esperti e non, sono ormai abituati a “sbavare” dietro le ultime novità tecnologiche che il mercato mobile presenta quasi quotidianamente: schermi sempre più belli e grandi, CPU da far invidia ad un notebook, grandissime fotocamere, funzionalità uniche etc. Lo smartphone già in nostro possesso sembra ogni giorno sempre più vecchio e obsoleto, anche se è stato acquistato di recente, spesso ha solo pochissimi mesi di vita; inevitabilmente si entra in quel circolo “vizioso” che ci porta a comprare sempre l’ultimo modello di punta, alla moda, per poter ammirare ed essere ammirati accompagnati dall’ultimo cellulare di grido.
Ma davvero non c’è alcuna soluzione a questo circolo vizioso? Gli utenti più smaliziati devono comunque entrare in tale ottica per beneficiare dell’ultima novità, magari rinunciando al loro caro smartphone personalizzato a puntino (lato OS e apps) dopo mesi di prove ed esperimenti? È come cambiare auto dopo averla personalizzata con luci e altre cose “tamarrose”, solo perché è uscito il nuovo modello della stessa vettura (magari con solo 4 cavalli vapore in più!).
E così che inizia a farsi strada una nuovissima idea, un nuovo modo di concepire gli smartphone, totalmente rivoluzionario: gli smartphone modulari. Il pioniere senza ombra di dubbio è Project Ara, il prototipo studiato da Google completamente smontabile e aggiornabile nei componenti.
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Possiamo notare dall’immagine la novità principale non appena apriamo la cover di questo futuristico smartphone Android: tutte le componenti interne (o quasi) sono racchiuse in moduli estraibili con estrema facilità dalla scheda logica, pronti per essere aggiornati. Si va dalla batteria fino alla CPU/RAM, passando per la fotocamera e la memoria interna.
Sulla carta un progetto rivoluzionario, che può far la fortuna del primo produttore che la lancerà sul mercato.
Quali sono i reali vantaggi di avere uno smartphone modulare?
Gli elenchiamo di seguito:
- Minore necessità di acquistare l’ultimo smartphone “alla moda”: voglio la fotocamera da 2 Yottapixel? Nessun problema, compro il modulo specifico e lo sostituisco all’originale; così anche per la nuova CPU da 48-core e la memoria interna da 500 GB, tutto facilmente integrabile nel mio vecchio smartphone con pochi passaggi;
- Riparazioni più facili in caso di guasto: oggi in caso di guasto hardware bisogna cambiare tutta la scheda logica del telefono, con un costo finale non indifferente (spesso oltre la metà del costo originale del telefono); con gli UP-smart possiamo sostituire solo i moduli danneggiati con una spesa finale notevolmente inferiore (possiamo sostituirli noi stessi se ci procuriamo i moduli).
- Livello di personalizzazione estremo: Android garantisce elevata personalizzazione lato software, gesti smarphone elevata personalizzazione lato hardware; la loro combinazione è sufficiente ad ammazzare qualsiasi OS rivale (iOS e WP non possono reggere perché OS closed), è praticamente il sogno proibito di ogni smanettone che si rispetti!
- Nuove frontiere del business grazie al mercato dei moduli: oltre ai moduli originali nascerebbero dei moduli “aftermarket” con potenziamenti e funzioni uniche! Sulla carta possiamo personalizzare il nostro device con oltre 100 moduli diversi e avere un telefono unico nel suo genere, solo nostro, in grado di dettare anche la moda dei tempi (non seguiamo la moda…la creiamo!).
- Prezzi inferiori al sistema attuale: vista la possibilità di aggiornamento, lanciare un modello di punta a 700€ è irrealistico, completamente fuori mercato, poiché le componenti dei top gamma è possibile inserirle anche in modelli di smartphone modulari da 100€. Quindi si avrebbe un drastico calo dei prezzi (da 100 a 350€ massimo) in base alle proprie esigenze “stock” (i moduli originali inseriti alla vendita), con la possibilità di acquistare separatamente i moduli di cui necessitiamo (dai 10€ fino a 50€ a modulo) per personalizzare il nostro smartphone come più ci aggrada, spendendo molto di più in moduli;
- Elevata flessibilità in base alle esigenze degli utenti: non sono smanettone? Benissimo, questi modelli alla fine sono degli smartphone come gli altri, possiamo benissimo non aggiornarlo mai. Ma con soli 300€ posso già comprarmi il top gamma e restare al passo per qualche anno.
- Mercato dell’usato molto proficuo: modelli unici, speciali e personalizzati venduti come cimeli preziosi a prezzi molto alti…la domanda dell’usato crescerebbe a dismisura;
- Maggiore durata di ogni singolo modello: i produttori spostano la battaglia per il dominio del mercato sui moduli, non sugli smartphone, che quindi possono essere supportati ufficialmente dai produttori per 2-3 anni; quando il supporto allo smartphone sarà terminato (scheda logica troppo vecchia per supportare i nuovi moduli), si lancia un nuovo modello, ma il vecchio potrà continuare a vivere con gli innumerevoli moduli non ufficiali disponibili sul mercato.
Quali sono i limiti e i difetti nell’avere uno smartphone modulare?
Cosa rallenta lo sviluppo di tali smartphone? Ecco i principali difetti:
- Minori profitti per i produttori nel lungo termine: il sistema attuale viaggia a velocità sostenuta grazie all’uscita di nuovi modelli ogni 6-7 mesi circa, che permettono di soddisfare il fabbisogno degli utenti desiderosi di seguire la moda a tutti i costi. Uno smartphone modulare è economicamente svantaggioso perché molto duraturo sul mercato, e i suoi nuovi moduli rendono quasi inutile il lancio di nuovi modelli di punta a 700€, distruggendo la principale fonte di guadagno dei produttori, i device a prezzi alti.
- Enormi difficoltà per realizzare l’hardware e i moduli: realizzare uno smartphone modulare è molto più complesso, dalla progettazione alla catena di montaggio. Oltre alla necessità di miniaturizzare componenti normalmente integrati in un’unica scheda logica, entrano in gioco anche le velocità del bus e la compatibilità con la scheda logica primaria; quest’ultima è l’unico componente che non si cambia mai insieme al display, e deve fornire prestazioni compatibili anche con futuri moduli molto più potenti dell’originale. È come inserire un Intel Core i7 in una scheda madre con socket per Pentium 4.
- Perdita di ogni ottimizzazione del produttore: gli smartphone attuali offrono un buon livello d’ottimizzazione anche perché l’OS viene cucito su misura; il kernel Linux ottiene patch e driver specifici per quell’hardware. Poter cambiare modulo con facilità rende inutili queste patch, il sistema diventa meno ottimizzato e quindi potenzialmente più lento rispetto all’originale;
- Richiesto aggiornamento costante del sistema operativo: proprio perché ci sono tantissimi moduli in giro, il sistema operativo deve essere aggiornato quotidianamente per risultare compatibile con tutte le componenti, anche a livello kernel, altrimenti i nuovi moduli non funzionano o funzionano molto male con i driver generici;
- Frammentazione Android alle stelle: già il sistema è frammentato di suo, ma se addirittura ogni modello (più relativi moduli) ha circa 1467 combinazioni possibili, ogni Android montato su uno smartphone modulare sarà diverso dall’altro, anche tra stessi modelli.
- Perdita della garanzia: i produttori offrono la garanzia sul prodotto così come venduto, senza alcuna modifica da parte dell’utente. Espandere la garanzia ai singoli moduli è impossibile visto il loro elevato numero, quindi ogni aggiornamento dei moduli potrebbe portare all’invalidazione automatica della garanzia, poiché il produttore non può garantire il funzionamento con moduli non conformi al modello “stock”. L’unica eccezione è data dai guasti dei moduli stock per difetti di fabbrica: in tal caso ti sostituiscono lo stesso modulo sotto garanzia.
Alla luce di questa profonda analisi, possiamo affermare che gli smartphone modulari sono davvero molto interessant, ma presentano ancora molti limiti, e questo spiega come mai ancora non escano ufficialmente sul mercato.
Cosa ne pensate degli smartphone modulari? Vi piacerebbe mettere mani su uno smartphone così? Oppure sono inutili e preferite prendere i modelli attuali con hardware predefinito?