Snapchat è un servizio prevalentemente usato “grazie” alla caratteristica di poter rimanere completamente anonimi e ricevere (oltre che inviare) messaggi, immagini e quant’altro che possano distruggersi automaticamente: è recente l’introduzione degli annunci pubblicitari sulle varie app dedicate al servizio, annunci che comunque senza un’identificazione e un targeting mirato possono relativamente poco.
E’ così che, con un nuovo servizio, la società alle spalle dell’app potrebbe in qualche modo “ovviare” al problema: si chiama Snapcash ed è una funzionalità che permette di inviare e ricevere pagamenti dai propri contatti in modalità peer-to-peer; Snapcash nasce grazie una partnership col circuito di pagamenti Square Cash.
Fin qui tutto bene, non fosse altro che per utilizzare Snapcash ed il servizio Square Cash per i pagamenti sarà necessario dichiarare il nome, il cognome, l’indirizzo ed una serie di informazioni personali relative alla carta di credito. Informazioni che, incrociate con il database di Snapchat, potrebbero offrire una sorta di “associazione” username-nome reale e di conseguenza una migliore possibilità di annunci mirati, con maggiore monetizzazione da parte dell’azienda.
Snapchat ha rifiutato di commentare la sua strategia ed i suoi piani in merito a Snapcash, tuttavia quanto detto ha senso in quanto, tra i termini di utilizzo del servizio Square Cash, è scritto a chiare lettere che l’utente approva l’utilizzo dei suoi dati per
l’analisi e l’advertising proveniente da terze parti.
Un servizio basato sull’anonimato che sponsorizza un servizio incentrato sull’identificazione: magari Snapcash può anche tornare utile, tuttavia bisogna chiedersi se gli utenti si fideranno di lasciare le proprie credenziali e i propri numeri di carta di credito ad un servizio che ha subito negli ultimi tempi forti violazioni di sicurezza, a prescindere dalla modalità con cui queste sono avvenute.
Opinione personale: pollice decisamente in giù!