Si sente spesso parlare dei possibili danni che possono recare i telefoni cellulari, creando talvolta troppo allarmismo e talvolta troppo menefreghismo. In questo articolo verranno analizzati attentamente tutti i fattori di pericolosità dei cellulari, con dati alla mano.
Parto dal presupposto che sebbene l’influenza delle onde elettromagnetiche sul nostro corpo sia rilevante, non ci sono mai state scoperte scientifiche che attestino l’insorgenza di tumori a causa di queste onde radio. L’IARC (International Agency for Research on Cancer) ha però inserito il telefonino nel gruppo “2B: possibly carcinogenic to humans” delle cinque categorie previste per gli agenti cancerogeni; è stato dunque indicato come forse cancerogeno per l’uomo. Ma queste parole non bastano, meglio stare svegli e attenti: nelle prossime righe noterete il perché.
Partiamo innanzitutto dal comportamento di ognuno di voi sull’uso del telefono. Quanti di voi lo tengono in tasca con la rete dati attiva per molte ore? Scommetto tanti di voi. Questo è già un tipo di comportamento scorretto, come del resto lo è il tenerlo sotto al cuscino mentre si dorme. Il secondo comportamento è ancora più grave del primo, poiché le ossa del cervello (soprattutto quelle degli adolescenti) sono ancora in formazione: pertanto le onde penetrano più facilmente rispetto ai tessuti (primo comportamento), dato che quest’ultimi sono più resistenti.
Insomma, con questi due esempi di comportamenti voglio intanto farvi capire che il telefono non dovrebbe essere tenuto a lungo contatto con il corpo. Questo è un primo tipo di prevenzione che tutti di voi dovreste adottare.
Qui riporto la definizione di ‘onda elettromagnetica’ prima di affrontare il discorso in modo più specifico:
“un’ onda elettromagnetica è una forma di energia che si propaga, è un fenomeno ondulatorio dovuto alla simultanea propagazione nello spazio della perturbazione di un campo magnetico (E) e di un campo magnetico (M) oscillanti, perpendicolari tra loro.”
Le onde elettromagnetiche sono generate da qualsiasi carica che subisce una accelerazione e possono propagarsi sia nel vuoto che nella materia.
In questo caso, ci concentreremo sulla propagazione delle onde elettromagnetiche nella materia. La propagazione nella materia potrebbe creare mutazioni a livello atomico/molecolare. Queste mutazioni possono portare ad una generazione incontrollata di cellula in una zona del corpo, poiché il sistema di controllo del ciclo cellulare non funziona più correttamente. Ed è facile che questa massa cellulare si estenda, a causa dei vasi linfatici e sanguigni. La traduzione, per quanto riguarda il nostro corpo, è semplice e racchiusa in una sola parola: tumore.
La mia intenzione non è generare allarmismo, in quanto la possibilità di una mutazione molecolare è diciamo rara (dipende dall’intensità e dalla frequenza delle onde stesse), ma solo di fornire una corretta e sana prevenzione. Il telefonino fa ormai parte della nostra vita ed è bene iniziare ad usarlo in modo corretto evitando disinformazione.
Adesso non andrò a citare uno pseudo-sito scientifico, ma direttamente l’AIRC, che ha scritto molto riguardo I campi elettromagnetici.
I campi elettromagnetici sono generati sia da sorgenti naturali che da apparecchi di uso comune e, di conseguenza, ne siamo costantemente esposti. Nonostante le onde elettromagnetiche penetrino nel corpo umano e possano causare riscaldamento dei tessuti, i livelli a cui siamo normalmente esposti sono talmente bassi che questo fenomeno è pressoché inesistente. Studi di correlazione tra esposizione a campi elettromagnetici e aumento del rischio di cancro sono ancora in corso, soprattutto per valutare eventuali effetti a lungo termine. Gli organi sanitari internazionali, come lo IARC e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, raccomandano un continuo controllo e monitoraggio del fenomeno. Finora però le numerose ricerche epidemiologiche e di laboratorio non hanno fornito prove di una relazione diretta di causa-effetto tra campi elettromagnetici e insorgenza del cancro.
In pillole, come al solito nessuna prova scientifica a riguardo, ma per ora: infatti come è ben scritto gli studi sono ancora in corso e non c’è nulla di certo.
Sicuramente una storia famosa nel panorama italiano che ha suscitato clamore è stata quella di Innocente Marcolini, un manager a cui era stato diagnosticato un tumore benigno al nervo trigemino. Questo tumore è stato legato all’uso del cellulare per più di 5-6 ore al giorno in 10 anni (è un manager); è dunque il primo caso di relazione tra insorgenza di tumore e uso eccessivo del cellulare. Come si era previsto, la scienza ha smentito ciò per mancanza di prove concrete, che difatti non ci sono. In ogni caso, se ciò fosse vero, si può affermare che gli effetti di un uso intensivo sono a lungo termine: infatti il tumore è stato riscontrato dopo 10 anni.
Se da una parte l’AIRC la pensa così, dalla parte di un ricercatore dell’Università di Seattle, chiamato Henry Lai, il pensiero e i fatti sono abbastanza diversi. Questo ricercatore, precisamente nel 1993, aveva ultimato una ricerca dai risultati a dire poco sorprendenti: i ratti esposti per sole due ore alle onde del cellulare presentavano tratti di DNA interrotto. Un effetto biologico che può essere all’origine del cancro. Poco tempo dopo un altro ricercatore, Jerry Phillips, su richiesta della stessa Motorola che ancora finanziava i progetti di ricerca, aveva eseguito le stesse ricerche di Lai, ma su del DNA umano: i risultati confermavano un danno del DNA esposto ai campi di frequenza del cellulare. A scopo informativo, per chi non lo sapesse, all’inizio vennero utilizzati dei ratti poiché hanno una struttura del DNA simile a quello umano.
E I fatti non terminano qui, poiché gli enti certificatori a seguito delle varie ricerche hanno capito che sarebbe stato saggio inserire nelle istruzioni d’utilizzo di ogni telefono cellulare una “distanza di sicurezza” da mantenere per utilizzare il suddetto. Il metodo che viene utilizzato è tanto complicato quanto inutile (a mio parere): un fantoccio pieno di gel proteico e pieno di sonde dedite alla rilevazione di possibili cambiamenti, viene inondato di radiazioni che queste sonde andranno a captare. Anche se si cerca di simulare l’assorbimento del nostro organismo con un gel proteico, questo metodo non è sufficiente né a dare una distanza di sicurezza per il nostro organismo né tantomeno a rilevare quale sarebbe la quantità di radiazioni che il nostro corpo possa assorbire senza avere dei cambiamenti nel DNA e quindi delle mutazioni.
Le cellule tumorali non vengono però generate dal nulla, ma sono il frutto di agenti esterni e agenti interni. Per agenti esterni si intendono fattori come il fumo e ovviamente anche le radiazioni stesse, mentre per agenti interni si intendono le predisposizioni contenute nei geni del DNA del nostro organismo che potrebbero far contrarre un tumore. Dunque, in pillole scientifiche si può affermare che:
La variazione genetica (mutazione) può essere sia spontanea che indotta ed è un evento che determina un cambiamento nella disposizione dei nucleotidi nel momento della replicazione, con formazione di nuovi geni e con la conseguente formazione di nuove proteine. La mutazione porta alla formazione di nuovi genotipi: il genotipo rappresenta tutti i geni presenti all’ interno di una cellula. Al genotipo viene associato il fenotipo che rappresenta invece l’ insieme dei geni che si esprimono in un determinato momento e in certe condizioni.
Dato che il telefonino viene utilizzato soprattutto (non da me) per telefonare, riporto qui una tabella dei principali tumori nella zona cerebrale. Apro una parentesi riguardo le chiamate: non usate per più di 30 minuti il telefono attaccato all’orecchio. Personalmente, utilizzo dei comodi auricolari wired, che mi permettono di non sorbirmi sia le radiazioni che il calore del telefono che, con l’avanzare dei minuti in chiamata, aumenta sempre di più. Non consiglio gli auricolari Bluetooth poichè, essendo wireless, comportano anche essi delle radiazioni seppur di molto minime rispetto all’antenna cellulare, avendo un raggio di azione molto basso (5-10 metri) in confronto all’antenna cellulare che copre chilometri interi.
Adesso invece è arrivato il momento di sfatare un mito. Molti dicono che stare vicino I ripetori telefonici faccia male: sì, ma non tanto quanto stare al telefono con un ripetitore molto lontano da voi. La spiegazione è semplice: in condizioni di scarsa ricezione, più il telefonino è lontano dal ripetitore e più sarà intenso il campo elettrico generato dall’apparecchio per catturare il segnale. In breve: più radiazioni.
Dato che non voglio essere eccessivamente prolisso in questo articolo, ho deciso di scrivere in conclusione I comportamenti adottati da me sull’uso del cellulare, da cui magari potreste prendere spunto:
- Quando ho uno zaino con me, metto il telefono lì piuttosto che in tasca; questo perché, come ho detto prima, I genitali ne potrebbero risentire
- In casa, lo tengo sempre ad almeno 15-20 cm da me e mai addosso
- Fuori casa, preferisco una connessione EDGE piuttosto che una HSDPA+ o una 3G. I motivi sono due: perché l’EDGE ha frequenza diversa e meno dannosa rispetto al 3G (o HSDPA+) e perché (motivazione abbastanza scontata) la batteria migliora notevolmente. Tra l’altro, con l’EDGE vivo benissimo usando un po’ tutto (anche Facebook) tranne il browser.
- Quando sono certo che nessuno mi possa chiamare (o quando semplicemente non voglio essere disturbato) metto il telefono in modalità aereo lasciando il WiFi acceso. Il WiFi non è nulla in confronto alla rete cellulare, è stato dimostrato che le onde emesse da 20 minuti di chiamata sono pari a quelle assorbite dal corpo in 12 mesi di WiFi continuo. A tal proposito dico: se ne avete la possibilità, connettetevi in WiFi e ne gioverà sia il corpo che la batteria.
- Prima di andare a dormire, imposto il telefono in modalità aereo (WiFi spento stavolta) e lo metto in carica a circa 3 metri di distanza da me.
- In chiamata, uso sempre auricolari wired, come ho scritto prima.
Spero che questo articolo vi sia piaciuto e/o stato particolarmente di aiuto. Un particolare credit va a Stefano Conter per avermi permesso di prelevare alcune informazioni (come ad esempio la tabella) dalla sua tesina di maturità. Inoltre, spero che questo articolo abbia suscitato in voi una certa curiosità nell’argomento; se così fosse, ci saranno altri articoli a riguardo, che andranno sempre di più ad approfondire la questione. Pertanto non mi resta che dire: to be continued!