Probabilmente ciò che vi diremo non vi suonerà affatto strano ma due ricercatori tedeschi, Tobias Engel e Karsten Nohl, hanno provato che ciò è vero: i nostri telefoni cellulari sono intercettabili, senza eccezioni di operatore telefonico, distanza, brand o accortezza che riponiamo nel salvaguardare la nostra privacy. Farlo è relativamente semplice poiché basterebbe “sfruttare” un set di protocolli chiamati SS7, realizzati negli anni ’80 proprio per avere uno standard di sicurezza accettabile.
Questi protocolli, a quanto pare, contengono una “falla” che permette, a chiunque volesse, di by-passare la sicurezza ed intercettare il telefono che ci interessa potendone ‘spiare’ chiamate, messaggi e, in generale, qualsiasi dato la sua antenna riceva o emetta. Lo stupore dei due ricercatori, però, non è neanche nella (comprensibile) vulnerabilità di questi protocolli ma nel fatto che queste falle siano troppo “palesi” da non essere state mai scoperte e riparate, soprattutto considerando alti organi di sicurezza come la NSA che, come dicono i due ricercatori:
La NSA ed altre agenzie hanno team appositamente formati per scoprire questi bug ed è probabile che abbiano sfruttato queste possibilità da molto tempo.
Ci si riferisce, ad esempio, a possibili intercettazioni fatte dalla NSA, sfruttando la suddetta falla. Se fosse così, allora i governi di tutto il mondo avrebbero speso miliardi inutilmente per garantire reti più potenti e sicure, ed un esempio è proprio la rete 4G che, pian piano, sta prendendo piede in Italia e che, ovviamente, sta usando come standard di sicurezza i protocolli SS7. Nonostante sia stato alzato un polverone, la GSMA (associazione che unisce gli operatori telefonici) non si è ancora riunita ma aveva già annunciato che la SS7 sarebbe stata rimpiazzata al più presto. Intanto se volete un minimo di sicurezza, vi consigliamo (paradossalmente) di usare servizi di messaggistica istantanea come Whatsapp ed iMessagge (Apple) oppure dispositivi come BlackBerry che usano una crittografia difficilmente decifrabile.