Cosa succede quando Apple presenta qualcosa? Succede che quel qualcosa, per un buon 80% di probabilità, finisce per diventare una vera e propria moda e di spopolare ovunque.
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Quindi, se due più due fa ancora quattro, è facile intuire che grazie ad Apple Pay tutti gli entusiasti con dispositivi compatibili saranno più portati ad utilizzare – ove possibile – il nuovo sistema di pagamento tramite NFC; chi invece un meladispositivo non ce l’ha, scoprirà comunque il mondo dei pagamenti NFC ed inizierà ad utilizzare con più entusiasmo Google Wallet o simili.
“Ma i pagamenti contactless esistono da secoli tecnologici” mi direte voi, e dal canto mio non posso che darvi ragione ma… ve l’ho già detto: se Apple decide che qualcosa deve trovare adozione, in qualche modo quella cosa finisce per trovare adozione sul serio.
Ed è esattamente in questo modo che alcune importanti catene di commercio statunitense hanno ragionato, tanto da decidere di disabilitare NFC e di conseguenza negare agli utenti la possibilità di pagare tramite Apple Pay, Google Wallet o altri sistemi di pagamento simili.
Tra le catene coinvolte (e che non avevano stretto alcun accordo preventivo per l’utilizzo di Apple Pay) figurano Best Buy, Rite Aid, Wal-Mart e CVS e, anche se ad una prima analisi questa mossa potrebbe sembrare l’“ennesima trovata anti-Apple”, in realtà dietro c’è molto di più.
Negli Stati Uniti D’America l’utilizzo dei pagamenti con carta di credito è decisamente più diffuso di quello che constatiamo in Italia e gli esercenti sono in qualche modo “legati” sempre più indissolubilmente alle banche, con gli (ovvi) ingenti guadagni per queste ultime e le (ancor più ovvie) spese di gestione e manutenzione da parte degli esercenti stessi.
Gli esercenti mirano a tagliare questo rapporto ed allontanare sempre più il loro business dalle banche stesse – banche che in Apple Pay e circuiti simili trovano pane per i propri denti – quindi, durante lo scorso 2012, le grandi catene USA (tra cui quelle menzionate poc’anzi) hanno deciso di unirsi, fondare un’associazione (MCX, Merchant Customer eXchange) e dare i natali ad una nuova piattaforma mobile di pagamenti, tale CurrentC, che dovrebbe vedere la luce il prossimo 2015.
In parole povere CurrentC andrebbe ad eliminare completamente la necessità di avere una carta di credito per acquistare tramite mobile: basterà semplicemente essere possessori di un conto corrente sul quale addebitare l’importo della spesa, eliminando di conseguenza anche gli accordi con gli istituti di credito.
In tal modo gli utenti non sarebbero più costretti ad avere una carta di credito e gli esercenti andrebbero ad azzerare del tutto le spese di gestione relative sia all’attrezzatura fisica (leggasi: POS e derivati) sia a quella logistica (leggasi: la quota da risarcire alla banca per ogni transazione).
Gli esercenti promotori di CurrentC, inoltre, al momento del lancio offriranno a tutti gli utenti che intenderanno abbracciare ed utilizzare la propria piattaforma una serie di sconti e coupon esclusivi.
E’ chiaro che il vantaggio temporale di Apple Pay e la moda che ne deriverà potrebbero uccidere CurrentC prima ancora della sua nascita, ed è questo il vero motivo per cui gli esercenti hanno deciso di impedirne l’uso a priori.