La storia di WhatsApp e di Facebook risuona ormai da tempo da un capo all’altro della rete. Le domande che riguardano questo affare – costato alle casse della F blu la bellezza di 19 miliardi di dollari – continuano a susseguirsi, una in particolare tra tutte: “WhatsApp cambierà la gestione della privacy e si allineerà con quella – opinabile – di Facebook? I nostri dati e le nostre conversazioni saranno usati a scopi analitici? Che motivo avrebbe avuto Facebook a spendere una cifra del genere, se così non fosse?”
Le ripetute e fugaci rassicurazioni dei vertici dell’una e dell’altra parte sono servite a poco ed oggi a scendere in campo è ancora Koum, amministratore delegato e co-fondatore di WhatsApp, questa volta in maniera decisamente più approfondita: in esso il CEO di WhatsApp spiega perché la privacy sia un valore importante per sé stesso e l’intero team:
Innanzitutto voglio assicurarmi che capiate quanto valga per me il principio della comunicazione privata. Per me, è una cosa personale. Sono nato in Ucraina e cresciuto nell’Unione Sovietica durante gli anni ’80. Uno dei ricordi più forti di quel periodo è una frase che ho sentito spesso quando mia madre parlava al telefono: “Non è un discorso da fare al telefono; te ne parlerò di persona”. Il fatto che non potessimo parlare liberamente senza temere che le nostre conversazioni fossero monitorate dal KGB è uno dei motivi per cui siamo emigrati negli Stati Uniti quando ero un ragazzino.
E continua:
Rispettare la vostra privacy è nel nostro DNA, ed abbiamo creato WhatsApp con il fine di sapere il meno possibile di voi: non siete tenuti a dirci il vostro nome e non vi chiediamo il vostro indirizzo di posta. Non conosciamo il vostro compleanno. Non conosciamo il vostro indirizzo di casa. Non sappiamo dove lavorate. Non sappiamo cosa vi piace, cosa cercate su Internet, né prendiamo la vostra posizione GPS. Nessuno di questi dati è stato mai preso e memorizzato da WhatsApp, e davvero, non abbiamo intenzione di modificare questa attitudine.
Non sbagliatevi: la futura partnership su Facebook non comprometterà la visione che ci ha portati a questo punto. Il nostro obiettivo resta diffondere WhatsApp il più possibile, in modo che le persone abbiano la libertà di esprimere il proprio pensiero senza paura.
Risucirà Koum a convincere l’opinione pubblica, ancora – fortemente – provata dall’unione tra i due big?