La grossa novità che ha unito il cloud storaging di Microsoft OneDrive ed i sistemi operativi Windows 8 e Windows 8.1 è stato l’avvento degli smart files, altresì definiti come placeholders: in parole povere questi file erano visibili in Explorer, avevano metadati propri e potevano essere usati da un certo numero di applicazioni, a prescindere dalla disponibilità o meno in modalità offline.
In parole povere, grazie ai placeholders è possibile lavorare tranquillamente su file presenti su OneDrive senza sapere se questi siano sincronizzati e disponibili offline sul computer o sul tablet Windows 8/8.1 (se i file non sono fisicamente presenti, il sistema operativo li scarica “in segreto” prima di aprirli) ma ciò, nonostante l’apparente comodità, dà luogo a diversi problemi:
- l’utente deve essere in grado di capire quali file fossero placeholders e quali fisicamente sincronizzati e disponibili offline, onde evitare di ritrovarsi faccia a faccia a cattive sorprese – magari scambiare per documento fisico un placeholder e cercare di aprirlo in aereo senza connettività;
- per grandi quantità di dati e archiviazione limitato (ad esempio nei tablet Windows 8/8.1), i placeholders possono contribuire a riempire lo spazio a disposizione in breve tempo;
- la compatibilità: alcuni programmi, pur garantendone il supporto, non funzionano correttamente con i placeholders.
Ciò ha fatto storcere il naso a molti utenti per cui, in nome della stabilità e dell’omogeneità, Microsoft ha deciso di fare dietro front e di eliminare i placeholders da Windows 10 Tech Preview con l’ultimo aggiornamento: l’app è sì presente nel sistema ma torna “banalmente” a visualizzare, indicizzare e rendere utilizzabili solo ed esclusivamente sincronizzati e disponibili in modalità offline sul PC o sul tablet, eliminando inoltre la possibilità di rendere disponibili offline file singoli (e non intere cartelle).
In due parole, OneDrive su Windows 10 funzionerà come OneDrive su Windows 7 e su Mac reintroducendo la sincronizzazione selettiva al posto dei placeholders. Nonostante la modifica sia stata gradita, un grosso numero di utenti ha richiesto sulla tech board dedicata a Windows 10 Tech Preview di re-introdurre i placeholders e l’integrazione completa con il cloud.
A questo punto Microsoft è scesa in campo specificando come, al fine di eliminare la confusione e la disomogeneità del meccanismo presente in Windows 8/8.1, nei mesi a venire saranno implementate in maniera migliore le funzionalità chiave dei placeholders in Windows 10 così da renderli pratici ma non problematici (soprattutto in termini di spazio, considerando che alcuni utenti OneDrive disporranno di spazio cloud illimitato) come è successo nella precedente versione del sistema operativo:
Le modifiche che abbiamo apportato sono significative. Non abbiamo soltanto “spento” i placeholders – stiamo apportando miglioramenti fondamentali su come funziona Sync, focalizzandoci sull’affidabilità in tutti gli scenari, unendo OneDrive e OneDrive for Business in un solo motore di sincronizzazione, ed assicurandoci di avere un modello che possa scalare sull’archiviazione illimitata.
Ciò in Windows 10 significa che useremo la sincronizzazione selettiva anziché i placeholders. Ma aggiungeremo funzionalità aggiuntive, per cui l’esperienza che avete in Windows 10 build 9789 è soltanto l’inizio. Ad esempio, sarete in grado di cercare tutti i file su OneDrive – anche quelli che non sono sincronizzati sul PC – ed accedervi direttamente dai risultati di ricerca. E risolveremo [i problemi] per lo scenario di una gran collezione fotografica sul cloud ma spazio limitato sul PC.
Voi cosa ne pensate? Avreste preferito i placeholders anche in Windows 10 o non vedevate l’ora di ritrovare la sincronizzazione selettiva?