La rete pullula di programmi e tool vari per eseguire questa o quella applicazione, programmi spesso sconosciuti che – complici qualche ricerca ben assestata – ci sorprendono piacevolmente e finiscono per diventare irrinunciabili. Focalizzando un attimo il discorso sulle modalità di installazione di tali programmi, non è strano ritrovarsi faccia a faccia con i soliti due link che conducono sì allo stesso programma, ma a due metodiche di setup differenti: installer e portable.
Non è una cosa fuori dal comune – né, in realtà, qualcosa di cui vergognarsi – fare confusione tra le due modalità e sceglierne una a casaccio, tuttavia leggere le poche righe scritte di seguito potrebbe chiarirvi le idee e magari guidarvi, in futuro, verso una scelta più oculata.
Sostanzialmente, installare un programma tramite il cosiddetto “installer” non vuol dire soltanto andare a creare l’eseguibile (il programma “vero e proprio”, quello su cui fate doppio click per aprirlo) sul proprio computer.
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Spesso i cosiddetti programmi di installazione vanno a creare, oltre che la vera e propria directory del programma, anche altre voci all’interno del sistema operativo (file condivisi, librerie di sistema, chiavi di registro – se si parla di Windows – driver specifici o altro) senza i quali l’applicazione stessa non riuscirebbe a funzionare.
La conseguenza più evidente di ciò è che l’installazione del programma funziona correttamente soltanto sul vostro sistema operativo corrente: se ad esempio prendete la cartella creata dall’installer e la spostate sullo stesso sistema operativo ma su una macchina differente, ci sono buone probabilità che il programma si rifiuti di funzionare – perché ad esempio non trova le librerie necessarie, o che non funzioni come dovrebbe – perché la cartella di sistema che contiene le vostre impostazioni personali non è presente.
Il punto chiave è questo: le applicazioni portable non soffrono invece di questo problema. Esse vengono create in modo da avere a disposizione tutto ciò che occorre per il corretto funzionamento in una sola cartella, che potrete spostare praticamente ovunque a discrezione della compatibilità di sistema (ad esempio, un portable per Windows non funzionerà su Linux e viceversa).
E’ questo il motivo per cui la stragrande maggioranza dei programmi portable viene distribuita sotto forma di archivio compresso: basterà estrarlo, entrare nella cartella e fare doppio click ad esempio sul file .exe (in Windows) per utilizzarlo, da qualsiasi percorso.
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Conseguenza diretta di ciò è una grande flessibilità di tali programmi: essi infatti non solo possono essere eseguiti da qualsiasi sistema operativo compatibile, ma portano nella loro cartella di installazione anche le impostazioni personali dell’utente (come le versioni portable di Firefox e Thunderbird), il che permette di creare ad esempio vere e proprie chiavette USB contenenti tutti i nostri programmi portable preferiti, da portare sempre dietro e da usare da qualsiasi PC abbiamo a disposizione, senza il rischio di sporcare o lasciare tracce sul sistema operativo.
Entrambi gli approcci, comunque, hanno dei pro e dei contro che analizziamo di seguito:
Applicazioni in versione Installer
PRO:
- di solito più funzionali, poiché si poggiano sull’intera struttura del sistema operativo;
- solitamente più accessibili (ad esempio i collegamenti sul desktop vengono creati in automatico);
- estremamente diffuse;
- è possibile, quando previsto, ottenere l’interazione con altre applicazioni già presenti sul sistema senza intervenire manualmente sulla configurazione;
CONTRO:
- fortemente dipendenti dal sistema operativo, quindi non “trasportabili”;
- in alcuni casi, l’installer potrebbe essere scritto in modo da aggiungere anche programmi potenzialmente indesiderati al vostro sistema (ad esempio, adware e spyware di vario tipo);
- “sporcano” il sistema operativo lasciando tracce di sé in altre cartelle o nel registro di sistema, tracce che qualche volta restano anche dopo aver regolarmente disinstallato l’applicazione.
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Applicazioni in versione portable
PRO:
- non necessitano di installazione; vanno semplicemente estratte ed usate “così come sono”;
- il programma può essere eseguito da qualsiasi posizione: tutto è contenuto in una sola cartella che, a seconda della compatibilità di sistema, può essere spostata in qualsiasi posto (chiavette USB e memorie esterne incluse);
- solitamente non lasciano tracce sul sistema operativo su cui vengono eseguiti;
- niente rischo spyware;
CONTRO:
- poca integrazione col sistema operativo, il che potrebbe rappresentare un limite in termini di efficienza o funzionalità;
- anche se prevista, l’integrazione con altri programmi presenti sul sistema operativo si ottiene intervenendo manualmente sulla configurazione del programma portable;
- non tutti i programmi hanno una controparte portable proprio per la difficoltà di “racchiudere tutto in una cartella”;
In definitiva non esiste, come al solito, un criterio standard per affermare che le app portable siano migliori delle app installer o viceversa; tutto dipende, ancora una volta, dalle necessità dell’utente.
Mi è capitato di vedere anche procedure di installazione dedicate alle applicazioni portable. E’ mai possibile?
Si, è per esempio il caso di Portableapps.com – le cui applicazioni, sebbene portable, dispongono di una sorta di “installer” per semplificare il processo di gestione e creazione delle varie cartelle.
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In tal caso è il concetto di installer che cambia: la procedura di “installazione” si riconduce, molto blandamente, a copiare la cartella del programma portable nel percorso definito dall’utente e, qualora fosse presente un gestore principale di applicazioni portable, ad aggiungere ad esso la relativa voce. Tutto questo sempre senza toccare le componenti del sistema operativo.
8 risposte su “Programmi Portable vs Installer: le differenze”
Si cancella la relativa cartella con un delete oppure mettendola nel cestino e poi scaricandolo. Molto semplice.
Come si rimuovono i programmi portable dal PC?
Grazie
Nel tempo ho provato più volte suite come Winpenpack, sempre pentendomene. Aggiornamenti macchinosi e non sempre “aggiornati” all’ultima versione installer, associazioni file che spariscono dopo aver spento il PC, supporto molto limitato…
Secondo me i portable vanno bene solo se usati per il loro scopo originario, ovvero l’uso su pc diversi dal nostro, quindi come ripiego, ma nella vita quotidiana gli installer sono molto più pratici.
PS. L’era dei portable secondo me morirà definitivamente con Windows 10, dove l’associazione dei file è stata resa molto più difficile.
Questo topic creato da uno degli sviluppatori più attivi di PortableApp ne è la dimostrazione: http://portableapps.com/node/52680
Un software portable che va a scrivere nel registro di sistema è un software portable fatto con i piedi. I software portable devono essere stand alone, cioè appoggiarsi il meno possibile al sistema in uso o alle funzioni di esso perché devono essere auto sufficienti. Dovrebbero essere un solo eseguibile che permette di far tutto. Al massimo se proprio si necessita di creare un file di configurazione si può usare un file XML o INI nella stessa cartella dell eseguibile e non chissà dove. Considera che i software portable devono poter girare anche da HD esterno, chiavetta usb e simili se scrivono qualcosa sul registro, quando lo rieseguo magari in un altro pc da un’ altra chiavetta che fanno, non potendo leggere quello che avevano scritto prima?
Mi puoi fare qualche esempio di questo tipo di software? Perchè io di portable che chiedono i privilegi di amministrazione non li ho mai trovati (e comunque non glieli darei, perché non ne devono necessitare)
Esatto, a questo come alla non-integrazione con i menu contestuali, all’avvio automatico ed altre cose, che per la maggiore richiedono l’aggiunta necessaria di chiavi di registro. In tal caso almeno la metà dei vantaggi di un’applicazione portable è bella che persa. Tieni ben presente che “non integrazione” non è sinonimo di malfunzionamento.
Credo che Jessica si stia riferendo anche al fatto che non compaiano icone nel menù “Start-> tutti i programmi” che altrimenti verrebbero create automaticamente.
Onestamente sulla sicurezza non andrei così tranquillo. Spesso i portable chiedono privilegi di amministrazione per mettere chiavi di registro temporanee o fare altre modifiche ma possono allo stesso tempo installare virus o quant’altro. Io mi fiderei dei portable ufficiali e dei pochi siti famosi che lo fanno. Tutti gli altri sono ugualmente insicuri del resto.
Per gli altri siti meno conosciuti se l’applicazione chiede permessi di amministrazione non glieli concederei
”
poca integrazione col sistema operativo, il che potrebbe rappresentare un limite in termini di efficienza o funzionalità;
anche se prevista, l’integrazione con altri programmi presenti
sul sistema operativo si ottiene intervenendo manualmente sulla
configurazione del programma portable;”
Ma di cosa state parlando???
Avete provato un programma portable recente o siete fermi a 5 anni fa?
Qualsiasi programma portable fatto in modo decente ha la stessa integrazione con gli altri programmi di tutti gli altri.
E non c’è alcun intervento manuale da fare superiore al semplice “apri con…” fatto la prima volta.