La profonda modifica del modo di intendere e sfruttare il web ed Internet in generale ha portato ad una rivoluzione tra i top player del mercato: c’è stato chi è emerso, chi è riuscito a riadattarsi e galleggiare e chi, purtroppo, continua a prendere acqua da un foro che proprio non si riesce a chiudere.
Yahoo! fa parte di quest’ultima categoria.
Dopo aver tentato ripetutamente di salvare le finanze (e riattrarre l’utenza a sé) con tecniche e strategie che non hanno avuto il riscontro sperato, l’ex colosso del web capitanato da Marissa Mayer va incontro a mosse ben più drastiche per far quadrare conti che, per il momento, restano piuttosto complessi.
In primis la ristrutturazione passerà per la vendita di asset web non fondamentali, per i quali è previsto un introito pari a un miliardo di dollari entro la fine del 2016; in secondo luogo questa ristrutturazione, come era logico aspettarsi, passerà ancora una volta per forti ridimensionamenti per il personale – una ulteriore sforbiciata del 15% a livello globale.
A scottarsi saranno Dubai, Città del Messico, Buenos Aires, Marid e… Milano: entro la fine dell’anno gli uffici di Yahoo! ubicati in tali città saranno smantellati e, sebbene non sia stato esplicitamente detto, è lecito aspettarsi che il personale sarà in tutto o in parte licenziato – Marissa Mayer ha parlato di un processo quanto più “compassionevole” possibile, il che lascia spazio a pochi dubbi.
In altre parole, con la chiusura degli uffici di Milano Yahoo! abbandona definitivamente l’Italia, cedendo a Mediaset la gestione dei contenuti pubblicitari per il prossimo triennio ed optando per la sede di Londra per effettuare le registrazioni.
Insomma Yahoo! Italia potrebbe restare un mero ricordo, con buona pace del personale impiegato presso tale sede. Purtroppo si tratta di un passo obbligato, dettato dall’ennesimo tentativo di risollevare le sorti di quel colosso che ha praticamente gettato le fondamenta per la ricerca web ma che, al giorno d’oggi, arranca fin troppo per sopravvivere.
